Castellabate: sequestrata l’azienda del “Grand Hotel Santa Maria”, denunciate 10 persone
| di Biagio CafaroLa guardia di finanza di Agropoli, coordinata dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, ha sequestrato l’azienda alberghiera recante l’insegna “Grand Hotel Santa Maria” di Castellabate, del valore di 2 milioni di Euro. Il decreto di sequestro preventivo è stato emesso dal G.I.P. del tribunale di Vallo della Lucania e segue il sequestro dell’immobile dell’albergo del mese di giugno 2012.
Il provvedimento cautelare è stato emesso nell’ambito di un’indagine che ha portato alla denuncia di dieci persone. In evidenza le attività criminali poste in essere da due imprenditori di Castellabate, responsabili di vari reati tra bancarotta fraudolenta, falso in bilancio, frode fiscale e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, anche mediate l’utilizzo di “scatole cinesi” e l’assunzione di cariche societarie da parte di compiacenti “prestanome”.
Tutto parte dal 2001. L’esecuzione del sequestro deriva dalla prosecuzione delle indagini già avviate dalla guardia di finanza di Agropoli nei confronti di una serie di imprese riconducibili ai due imprenditori che, a partire dal 2001, sono state coinvolte dal plurimo passaggio di proprietà del lussuoso albergo di Castellabate, finalizzato a sottrarre l’avviata struttura ricettiva dal patrimonio della società originariamente proprietaria dello stesso, poi dichiarata fallita nel 2009.
Il sequestro di giugno. Nel mese di giugno 2012 il Giudice per le indagini preliminari aveva già disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti dei due imprenditori di Castellabate, nonché tre misure interdittive dall’esercizio dell’attività professionale, aventi come destinatari due commercialisti ed un avvocato di Salerno; in tale ambito era stato, altresì, eseguito il sequestro dell’immobile che ospita l’albergo.
Le indagini. Le successive indagini hanno consentito di raccogliere ulteriori elementi di prova con riferimento all’avvenuta distrazione fraudolenta dal patrimonio della società fallita dello stesso immobile (successivamente oggetto di un importante intervento di ristrutturazione), nonché di tutti i beni materiali ed immateriali, comprensivi della licenza d’esercizio rilasciata dal comune all’azienda alberghiera di Santa Maria di Castellabate, che tra il 2001 ed il 2008 erano stati oggetto di ripetute compravendite simulate.
In questo modo, l’originaria società cedente, colpita dal fallimento nel 2009 dopo essere stata privata dell’immobile e dell’azienda alberghiera, è rimasta schiacciata dal peso dei debiti, principalmente nei confronti del fisco.
Nelle operazioni fraudolente sono state coinvolte 5 diverse imprese, tutte riconducibili ai due imprenditori, e le investigazioni condotte hanno permesso di accertare la commissione di gravi e reiterate irregolarità contabili e fiscali, poste in essere al fine di “coprire” le distrazioni.
I reati. L’amministratore della società attuale, intestataria dell’immobile destinato alla struttura ricettiva, ha sottratto ai controlli la contabilità dell’impresa relativa all’annualità in cui è stato perfezionato l’acquisto, per il quale le indagini hanno comunque consentito di accertare l’avvenuta simulazione, a comprova dell’artificiosità dell’operazione, posta in essere in danno dei creditori e dell’erario, anche mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
L’azienda alberghiera, invece, è finita ad una diversa società di capitali, a seguito di due passaggi proprietari tra imprese correlate, per effetto di una prima vendita da parte della società successivamente fallita, avvenuta nel 2006 al prezzo di 35.000,00, seguita da una seconda cessione, conclusa nel 2008 al prezzo di 50.000,00 Euro, giudicato particolarmente esiguo in relazione all’entità ed al valore reale del ramo d’azienda ceduto.
L’azienda affidata ad un custode giudiziale. Dopo l’esecuzione del provvedimento cautelare da parte della guardia di finanza, anche l’azienda – al pari dell’immobile, già in sequestro da giugno 2012 – su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stata affidata ad un custode giudiziale, a cui sarà demandata la gestione attiva della lussuosa struttura ricettiva, in un’ottica di salvaguardia dei livelli occupazionali.
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