Sapri, studente cade dal terrazzo di scuola: condannata la preside
| di Marianna ValloneArrivata la sentenza di primo grado, del tribunale di Lagonegro, relativa ai fatti che si consumarono al Liceo Carlo Pisacane di Sapri nel 2011. I giudici hanno condannato ad un mese di reclusione, con la sospensione condizionale della pena e al risarcimento dei danni per lesioni colpose e gravi, sia l’allora responsabile della sicurezza scolastica, l’ingegnere Nicola Iannuzzi che la dirigente scolastica Franca Principe. Mentre hanno assolto da ogni accusa l’ingegnere Lorenzo Criscuolo, dirigente del settore edilizia scolastica della Provincia di Salerno.
Il fatto L’episodio risale a 6 anni fa, quando il giovane liceale era a scuola per assistere agli esami orali di maturità di alcuni compagni di classe. Uno dei lucernari sul pavimento del terrazzino della scuola al secondo piano, sul quale era salito per fumare una sigaretta, non ha retto il peso del giovane. Il vetro si è sfondato e lo studente è finito a terra nell’atrio dell’istituto dopo un volo di quasi otto metri. Nella terribile caduta ha riportato fratture sul corpo e gravi ferite. Poi un delicato intervento e una lunga riabilitazione. La magistratura ha messo sotto la lente d’ingrandimento la porta finestra dalla quale si accede al terrazzino, che quel giorno risultava aperta.
Gli imputati hanno dimostrato, anche con foto, che solitamente era chiusa con due lucchetti, si legge su 105Tv: «Quel giorno però – sottolinea l’avvocato Paolo Nesta della famiglia del giovane ai microfoni di 105tv – era aperta. Ed era aperta perché in realtà quella porta finestra non era dotata di un lucchetto. Con la sentenza di ieri è stata fatta giustizia».
La preside La sentenza di primo grado del tribunale di Lagonegro ha condannato anche la preside che ha inviato una lunga missiva al Ministero della Pubblica Istruzione sottolineando che si «tratta di un errore giudiziario». La dirigente il giorno in cui si è consumato l’incidente al Liceo, era presidente della commissione esami di stato in una sede a 150 chilometri da Sapri. «L’imprevedibilità dell’evento ed eventuali omissioni di altre figure professionali non possono essere imputabili al dirigente. – spiega la Principe – I miei legali proporranno appello per dimostrare la verità processuale determinando il pieno riconoscimento della credibilità professionale e morale del dirigente. Purtroppo la nostra amministrazione non ci tutela. Una siffatta sentenza è un grave precedente che riguarda tutta la categoria. Il mio caso, e molti altri simili, devono, (e sta già accadendo) indignare tutti i dirigenti d’Italia che non possono più essere agnelli sacrificali e capri espiatori del sistema».
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