Tribunale Sala Consilina: Donato Pica scrive ai parlamentari del Pd
| di Luigi MartinoTornano a riaccendersi, dopo l’elezione del nuovo parlamento, i riflettori sulla vicenda del tribunale di Sala Consilina. Nei giorni scorsi il consigliere regionale, Donato Pica, ha scritto ai parlamentari del partito democratico, eletti in provincia di Salerno, per richiamare l’attenzione dell’intera classe politica sulla soppressione del Tribunale della città capofila del Vallo di Diano. Pica, oltre a contestare a più riprese la scelleratezza del provvedimento, nel mese di settembre dello scorso anno aveva presentato un’apposita proposta di legge avente ad oggetto la revisione dei criteri per la riorganizzazione dei presidi giudiziari, oggi all’esame della prima commissione, che, in virtù dell’articolo 26 dello Statuto della regione Campania, consente al consiglio regionale di esercitare la propria funzione di iniziativa legislativa. La proposta è stata trasmessa ai parlamentari con l’augurio che possa, anche nell’immediato, essere presentata, discussa ed approvata delle due camere.
«Occorre riportare – ha affermato l’onorevole Pica – al centro dell’agenda politica del partito democratico la vicenda del tribunale di Sala Consilina ed è necessario, ora più che mai, l’impegno dei nostri parlamentari salernitani. Dobbiamo, tutti insieme, portare avanti una battaglia di civiltà contro l’ennesimo schiaffo assestato ai cittadini del Vallo di Diano e del golfo di Policastro che li potrebbe privare di un diritto inalienabile, quello della giustizia. I piccoli tribunali rappresentano in molte zone del Paese, soprattutto al sud nonché nelle aree interne, la presenza di un indispensabile presidio di prevenzione e di legalità al fine di fronteggiare il fenomeno della piccola e grande criminalità. La decisione di sopprimere il tribunale di Sala Consilina – conclude Pica – presa probabilmente senza una reale conoscenza del territorio e delle sue dinamiche interne, più che a un criterio di razionalizzazione sembra rispondere a una logica di smobilitazione, più che a una giustizia più efficiente sembra mirare a una sua sempre più marcata marginalizzazione».
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