Piano di zona, Capaccio risponde: «Non accettiamo ultimatum»
| di Mariangela CerulloIl calume della pace sembrava essere passato tra le mani di Girolamo Auricchio e quelle di Italo Voza; eppure anziché pensare al bene delle comunità, continua questa guerra di opinioni e troppo facili giudizi. Il Conte Ugolino s’è rinchiuso in una torre fatta di mezze dichiarazioni, di parole lasciate al fraintendimento e così a noi comuni mortali non è dato sapere. Voza dichiara alla stampa. «Non accetto ultimatum da nessuno» e a noi tutto questo appare avvolto da una nebbia dalle trame sempre più fitte, in cui non si scorge nemmeno l’enorme faro di Palinuro, forse Enea ha di nuovo perduto in mare il suo nocchiero ‘Nunc me fluctus habet versantque in litore venti’ (Ora mi tengono le onde e i venti mi volgono alla costa). Nel passato incontro a Roccadaspide, 11 luglio, anche Capaccio aveva votato all’unanimità l’esortazione del trasferimento di tutta la documentazione, compresa quella di cassa, al comune di Roccadaspide entro i venturi 10 giorni. Il comune di Capaccio dichiara: «L’amministrazione comunale non accetta ultimatum, in quanto il comune di Capaccio aveva già provveduto attraverso l’adozione della delibera di giunta del 301 del 9 luglio 2014 alla fissazione della riunione per il 15 luglio 2014 di verifica di cassa ed i consequenziali provvedimenti». La faccenda diventa sempre più oscura, ad ogni modo, da accertamenti finanziari è emerso che dal 2006 ad oggi sono stati persi 6 milioni e 446mila euro di stanziamenti regionali tra ffondi revocati e quelli non utilizzati. Il debito ammonterebbe ad oltre un milione di euro e tra questi ci sarebbero 700mila euro di fatture non pagate.
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