Ritrovato a New York affresco rubato a Paestum, destinatario: miliardario americano
| di Marianna ValloneL’affresco rubato a Paestum stava per finire nelle mani di un miliardario americano, Michael Steinhardt. Il reperto archeologico, però, non è mai arrivato a destinazione perché il 7 novembre gli agenti della polizia di New York hanno fermato il viaggio dell’opera strappata all’area archeologica salernitana. La notizia è apparsa poche ore fa in un articolo di Francesca Sironi sull’Espresso.
Il fatto «La vicenda, – si legge sul sito – ricostruita dagli archeologi di “ Chasing Aphrodite ”, inizia il 19 aprile 2011, quando ai Federali giunge notizia di un pacco in arrivo a New York, ad opera di un servizio postale svizzero, Mat Securitas. Il mittente è un avvocato del Lussemburgo, Andrew Baker, e il destinatario il ricchissimo finanziere Michael Steinhardt, considerato un pioniere degli hedge funds (i fondi d’investimento più aggressivi), con un patrimonio stimato a più di un miliardo di dollari e una passione per l’arte che l’ha portato a investire, da tempo, in opere antiche e moderne»
Storia inventata Il pacco, contenente l’opera trafugata a Paestum, arriva nel New Jersey ad aprile. E niente fa pensare che si tratti di un’opera rubata. Perché il certificato di provenienza lo definisce un affresco originario della Macedonia, spedito per “uso personale” a Steinhardt e passato dal Marocco prima di arrivare negli Stati Uniti. Ma alla polizia di frontiera all’aeroporto di Newark qualcosa non torna, tant’è che chiede al miliardario di fornire nuovi certificati sull’origine dell’affresco. Baker, l’avvocato del Lussemburgo, spiega nella sua ricostruzione alla polizia che «l’affresco non sarebbe stato “prestato” bensì venduto per 12mila dollari. L’opera, sostiene il lussemburghese, dovrebbe essere del IV secolo a.C, macedone, e arrivare dalla collezione privata di una famiglia svizzera, a casa della quale sarebbe rimasta dal 1959 all’aprile del 2011».
Il gemello nella Tomba 53 Ma agli agenti neanche la ricostruzione di Baker convince e chiedono a un pool di esperti di analizzare l’affresco. La risposta dà ragione ai dubbi degli agenti: il suonatore dipinto e l’altra figura con la lancia in mano non arrivano dalla Macedonia, bensì dalle tombe di Paestum. Si tratta infatti di un affresco gemello a quello ritrovato nella Tomba 53 della necropoli di Andriuolo, scavata nel 1969. «Stesse dimensioni, stessa scena – scrive Sironi su l’Espresso – secondo gli esperti i due dipinti si trovavano uno di fronte all’altro all’interno della tomba. Solo uno, però, è rimasto sul posto. L’altro, trafugato, ha trovato rifugio in Svizzera per trent’anni, prima di riapparire. Ora è stato riacciuffato e dovrebbe tornare in Italia».
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