Pisciotta: un’altra discarica abusiva nel cuore del Parco
| di Biagio CafaroUna nuova discarica abusiva è stata scoperta nel territorio del comune di Pisciotta dopo quella sequestrata lo scorso mese di agosto a pochi metri dal mare.
Il luogo. Il sito non autorizzato è stato sequestrato da parte del corpo forestale dello stato dipendente dal Coordinamento territoriale per l’ambiente. La dicarica era stata realizzata in località “Fiumicello” a pochi metri dalla strada ss 447, nel cuore del parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in un area soggetta ad elevato pregio paesaggistico ed ambientale. Nell’area, nel comune di Pisciotta e a pochi metri dal comune di Ascea, sono stati rinvenuti rifiuti derivanti da attività edilizia, rifiuti ingombranti e soprattutto rifiuti speciali altamente pericolosi sia per l’ambiente che per la salute pubblica.
Il materiale rinvenuto. Infatti, durante la fase di sopralluogo veniva appurato che, all’interno dell’area, di estensione pari a 700 mq, erano stati abbandonati grossi quantitativi di rifiuti speciali pericolosi e ingombranti di ogni genere: Eternit, pannelli di materiale catramoso, materiale inerte, pneumatici, materiale ferroso, materiale plastico, apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, vetro, metalli misti ecc., depositati direttamente sul suolo.
Un’azione dolosa. Dall’analisi approfondita da parte delle giubbe verdi, si evidenziava la volontà e l’azione dolosa da parte dei responsabili nel realizzare una discarica senza le dovute autorizzazioni previste dalle normative vigenti, considerato il notevole quantitativo di rifiuti di vario genere rinvenuto, sversati con l’ausilio di mezzi meccanici che nel tempo aveva comportando un’alterazione sostanziale dello stato dei luoghi, causando un notevole danno all’ambiente, con conseguente inquinamento del suolo e del sottosuolo.
Accertato l’abuso, allo scopo di evitare il protrarsi dell’attività illecita, gli agenti del Corpo Forestale dello Stato hanno posto sotto sequestro l’intera area e i rifiuti ivi giacenti, segnalando il reato alla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania.
Si cercano i colpevoli. Attualmente sono in corso da parte degli investigatori ulteriori accertamenti, per risalire alla proprietà del fondo, e per individuare i responsabili di tale scempio ambientale
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