Tribunale di Sala Consilina, Codacons: «Ecco i primi disagi»
| di Marianna ValloneGiunge in redazione la lettera denuncia del Codacons Vallo di Diano che punta i riflettori sui primi disagi per i cittadini e la giustizia dovuti all’accorpamento del tribunale di Sala Consilina a quello di Lagonegro: carenza di collegamenti, inadeguatezza della struttura ospitante e udienze rinviate di mesi. La pubblichiamo in modo integrale
Siamo stati facili profeti quando abbiamo scritto un comunicato richiamando il titolo del famoso romanzo di John Steinbeck, ambientato negli Stati Uniti ai tempi della grande crisi del 1929: Uomini e topi. Dicevamo che il Vallo di Diano, preso nella morsa di due “grandi potenze” confinanti, Vallo della Lucania e Basilicata, ha ceduto il proprio Tribunale (una struttura dedicata e costruita con tutti i requisiti previsti dalle attuali norme) per via di una decisione “romana” (D.Lgs n.155/2012) che rivede la geografia giudiziaria per tagliare la spesa pubblica. E così, a dispetto della legge sull’impenetrabilità dei corpi, una struttura più grande è stata conficcata in una più piccola. E le conseguenze sono quelle che i cittadini e gli operatori della giustizia sperimentano ormai quotidianamente.
Come cittadini possiamo lamentare i seguenti primi e conclamati disagi, che fungono da complemento alle criticità già rilevate (forse con qualche ritardo?) dagli avvocati del foro di Sala Consilina.
1) Carenza di collegamenti tra il Vallo di Diano e Lagonegro.
2) Inadeguatezza delle aule di udienza; questo particolare aspetto compromette, di fatto, il buon funzionamento della giustizia.
3) Difficoltà nell’effettuare gli adempimenti di cancelleria per le lunghe attese e le difficoltà tecniche riscontrate.
Per quanto riguarda l’efficienza della giustizia, abbiamo già due prime avvisaglie. La prima è che l’udienza sul boschetto paleo-palustre che si doveva tenere ieri (20-11-2013) è stata rinviata d’ufficio al giorno 24 marzo 2014. La seconda è il completo black-out che è caduto sull’udienza camerale del 5 luglio 2013 sulla questione della mancata bonifica dei terreni agricoli (per un’estensione di 41000 mq) interessati da smaltimento illecito di rifiuti, sequestrati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere nel 2007, e ricadenti nei comuni di San Pietro al Tanagro, San Rufo, Sant’Arsenio e Teggiano. Infatti, all’avv. Elisabetta Giordano, che ha esposto le ragioni della nostra opposizione alla richiesta di archiviazione, tutte reperibili al sito seguente http://robertodeluca.blogspot.it/2013/06/una-speranza.html, non è ancora stato comunicato alcunché in merito, nonostante una richiesta, in tal senso, del 5 novembre 2013. A tale richiesta è seguito un sollecito dell’11 novembre scorso, dove si specificava l’urgenza di prendere visione del fascicolo perché la questione è inquadrata nell’ambito della più vasta inchiesta sui rifiuti illecitamente smaltiti nel territorio campano.
Come già ribadito altre volte, il trasferimento del Tribunale in un’altra Regione comporterà un irreversibile impoverimento dell’intero comprensorio, non solo dal punto di vista economico, ma anche sotto l’aspetto sociale e culturale. Il rischio di un arretramento anche sul piano della legalità porrebbe, infine, non pochi interrogativi a tutti noi. Queste cose le vogliamo ripetere, affinché sia più chiaro lo scenario futuro della “Sala che sarà” e del “Vallo che sarà”; scenario che una semplice azione amministrativa locale non potrà più cambiare, proprio mentre si profilano all’orizzonte proposte politiche che sono già macchiate da deprecabili episodi e da inchieste dell’antimafia. Nell’inno nazionale britannico si implora il Cielo di salvare la Regina. Speriamo che, insieme alla Regina, il Cielo preservi anche noi valligiani, insieme a tutti gli Italiani.
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