Cilento, uccise la moglie: chiesti 16 anni di carcere
| di RedazioneIl pubblico ministero del tribunale di Lagonegro ha chiesto di infliggere una pena di 16 anni di carcere a Sandro Pili, l’uomo che nel dicembre del 2014 uccise la moglie, Pierangela Gareffa, con diverse coltellate. Secondo gli inquirenti, Pili lasciò la moglie agonizzante a terra per più di otto ore nella loro villetta di Vibonati. Il legale del presunto killer ha avanzato la richiesta del rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo in caso della conferma della pena. Ieri mattina, mercoledì, si è tenuta l’udienza preliminare dinanzi al gup del foro lucano. Per il difensore Rocco Colicigno «l’imputato era del tutto incapace di volere», per la parte civile Sandro Pili «era invece nel pieno possesso della sue facoltà mentali» quando, al culmine di una discussione, «infilò nell’addome della moglie un coltello di trenta centimetri». In giudizio si sono costituiti la mamma della vittima, Elsa Silveza assistita dall’avvocato Giovanni Falci, le sorelle Gabriela e Adriana assistite dall’avvocato Lucia Cerino e l’onlus “Mai più Lucrezia” che tutela i diritti delle donne vittime di violenza, assistita dall’avvocato Teresa Paladino di Sala Consilina. Pili ha anche un bambino nato dal rapporto con la moglie deceduta. L’uomo in un primo momento, al cospetto delle forze dell’ordine, tentò di negare tutto, ma poi, poco dopo, decise di confessare.
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