Lo Spi-Cgil di Agropoli denuncia la cancellazione di via Primo Maggio, incolpato Alfieri
| di Biagio Cafaro“Via Primo Maggio non esiste più”. È quanto denuncia, in una lettera indirizzata ai responsabili del comune, lo Spi-Cgil di Agropoli. Infatti la tabella che dava il nome alla via intitolata alla festa del lavoro da diversi mesi è scomparsa. La strada in questione iniziava da via Taverne e finiva a via della Libertà. “È grave che questa amministrazione abbia cancellato una denominazione simbolo delle lotte di emancipazione del lavoro” afferma Umberto Domini. “Non crediamo – continua il dirigente sindacale – che sia stata un’iniziativa negligente dell’ufficio manutenzione. È più probabile che la rimozione sia stata voluta dal sindaco Alfieri, essendo nota la sua avversione per i simboli e la storia del movimento operaio e sindacale. Non è certo la prima volta che Alfieri mostra fastidio per la simbologia di sinistra. Appena eletto sindaco fece subito cancellare le bandiere rosse che erano state dipinte su di un quadro lasciato nel municipio dal suo predecessore. Ma questa volta si è superato anche in zelo antisindacale, mettendo mano persino alla toponomastica e cancellando una via con dedica tanto amata dai lavoratori”. Lo Spi-Cgil di Agropoli chiede quindi l’immediato ripristino della tabella, dopo aver inutilmente già segnalato la cosa alle autorità comunali competenti, che non si sono nemmeno degnate di rispondere all’appello della Camera del lavoro.
Un altro episodio viene impuntato al sindaco Franco Alfieri. Il pittore Andrea Guida nel 2005 realizzò il quadro “Festa di popolo” che reinterpretava il soggetto del “Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo, in occasione della festa regionale de l’Unità che si tenne quell’anno ad Agropoli. Ne venne fatto omaggio al comune, allora guidato da un sindaco Ds, ed il quadro trovò la propria collocazione naturale nella stanza del sindaco. Ma con il suo arrivo, Alfieri decise non già di sostituire il quadro (cosa a limite pur legittima per uno come lui) ma di modificarlo, cancellando quelle bandiere rosse, giudicate troppo di sinistra.
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