Scarichi dei frantoi illegali, la Forestale denuncia cinque titolari: inquinati i fiumi cilentani
| di Luigi MartinoGli uomini del corpo forestale, della sezione di Salerno e dei comandi stazione di Agropoli e Buccino, a seguito di controlli per la salvaguardia di fiumi e corsi d’acqua in genere, hanno denunciato cinque titolari di frantoi oleari in provincia di Salerno per il reato di abbandono e deposito illegale di rifiuti liquidi. Nell’ambito dell’attività istituzionale mirata alla tutela dei corsi idrici, una vasta operazione di controllo sull’utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione dei frantoi oleari è stata condotta dal nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale del comando provinciale Salerno e dai comandi stazione forestali di Agropoli e Buccino.
A partire dal mese di ottobre, nell’ambito della campagna olearia 2012/2013, sono stati ispezionati ventidue oleifici nei comuni di Montecorvino Pugliano, Campagna, Buccino, Palomonte, San Gregorio Magno e Sicignano degli Alburni. L’intensa attività di controllo posta in essere, avvalendosi dell’ausilio del personale tecnico dell’Arpac e dell’Asl, ha portato alla denuncia a piede libero di cinque titolari di frantoi oleari per il reato di abbandono e deposito incontrollato di rifiuti allo stato liquido nonché per l’effettuazione dell’utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione al di fuori dei casi e delle procedure previste dalla relativa disciplina tecnica regionale. Sono state, inoltre, accertate numerose violazioni amministrative per l’effettuazione dell’utilizzazione agronomica in difformità di quanto impartito dalla normativa tecnica di settore. I Comuni competenti sono stati sollecitati ad attivarsi per l’emissione di provvedimenti, nei confronti dei trasgressori, di sospensione delle attività di spandimento dei reflui. Le pratiche illegali di deposito incontrollato sul terreno e di scarico di residui di frantoio nei corsi d’acqua destano allarme e preoccupazione per gli effetti sugli ecosistemi e la compromissione delle matrici ambientali. Il tutto è al vaglio dell’autorità giudiziaria.
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