Omicidio Vassallo, tempi lunghi per estradizione «brasiliano»: rinviato processo per estorsione

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Omicidio Vassallo, tempi lunghi per estradizione «brasiliano»: rinviato processo per estorsione

 Bruno Humberto Damiani, secondo gli inquirenti, è l’uomo che potrebbe svelare la verità sull’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica trucidato da nove colpi di pistola nella notte del 5 settembre del 2010. Ma, per ascoltare questa verità, il sostituto procuratore antimafia, Rosa Volpe, dovrà aspettare ancora. Bruno Damiani, conosciuto negli ambienti malavitosi del salernitano con il nome di «brasiliano», è stato arrestato il 17 febbraio di quest’anno dopo che dal Brasile in aereo aveva raggiunto la Colombia. E’ ancora lì che ora si trova il pregiudicato, rinchiuso in un carcere di Bogotà. L’Italia ha chiesto l’estradizione e il legale di Damiani ha agito allo stesso modo inoltrando al governo colombiano, lo scorso febbraio, l’istanza per il trasferimento in Italia. Di norma la procedura per estradarlo in applicazione ai trattati internazionali richiede dalle tre alle quattro settimane, ma non in questo caso. Una volta in Italia, però, (al momento non si conosce ancora la data precisa) il 30enne originario del sudamerica comparirà davanti ai giudici dei tribunali di Salerno e Vallo della Lucania per gli interrogatori di garanzia sulle accuse che hanno fatto scattare le manette ai suoi polsi.

Estorsione e droga Il «brasiliano» era destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare dal 20 giugno 2011 per due tentate estorsioni con l’aggravante del metodo mafioso in concorso con Giuseppe Stellato, alias «Papacchione». Ma, contro di lui, ci sono anche le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia che hanno già contribuito alla risoluzione di un caso al tribunale di Salerno e cioè l’omicidio di Donato Stellato, fratello di «Papacchione», ucciso nel febbraio del 2007 sul corso Giuseppe Garibaldi. Secondo le dichiarazioni depositate dai collaboratori dinanzi ai pm, «Damiani avrebbe fatto del porto di Acciaroli una delle sue principali piazze di spaccio». Ma c’è dell’altro. L’Antimafia ha registrato altre importanti confessioni secondo le quali «un parente stretto del ‘brasiliano’ si sarebbe vantato dell’omicidio di Angelo Vassallo in uno degli ambienti malavitosi salernitani» tra i quartieri di Pastena e Mariconda, affermando che «a far esplodere i colpi di pistola sarebbe stato proprio Bruno Humberto Damiani». La motivazione è quella ipotizzata subito dopo l’omicidio dagli investigatori: «Motivazioni personali». Un groviglio non facile da sciogliere. Per ora, però, l’effetto di quell’arresto non ancora tradotto in estradizione sarà domani, mercoledì, il rinvio del processo che vede Damiani imputato a Salerno per le intimidazioni a commercianti del mercato ittico e gestori di locali notturni. Lo scorso dicembre il processo era potuto iniziare senza di lui perché era ancora latitante, ma ora che è stato rintracciato e arrestato il «brasiliano» ha diritto di presenziare al dibattimento e il difensore Michele Sarno chiederà di rinviare l’udienza, in attesa che il suo assistito possa rientrare dal Sudamerica.

Omicidio Vassallo Damiani è chiamato in causa anche per i rapporti con una famiglia di albergatori di Pollica-Acciaroli e alcuni pregiudicati dell’area Nord di Napoli, rapporti intrattenuti anche nelle ore immediatamente precedenti e successive all’omicidio del primo cittadino, che più volte aveva intrapreso azioni di contrasto allo spaccio nella sua cittadina, bandiera blu per le acque marine incontaminate e tra le perle del Cilento. Gli investigatori del Ros ritengono che Damiani, una volta estradato e interrogato, potrebbe fornire molti elementi utili per chiudere delle indagini complicate e identificare movente e responsabili dell’omicidio. Anche se, il legale di Bruno Damiani non è d’accordo e a più riprese ha affermato che il suo cliente non saprebbe nulla dell’omicidio di Vassallo.

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Twitter @martinoluigi92

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