Spendig review: multe ai traditori e candidature politiche a pagamento
| di Biagio CafaroUna multa a chi tradisce, questa una delle proposte della professoressa Maria Marsicano di Pisciotta. Lo spunto nasce dal caso Petraeus e la successiva battuta del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca che lo avrebbe definito «un santo per quanto è brutta la moglie». La professoressa Maria Marsicano che si definisce indignata, propone «per la tutela della famiglia, della morale e soprattutto della salute di far pagare una multa nazionale minima di 500 euro con l’aumento proporzionale del 10% in base al proprio reddito, ai fedifraghi acclarati e in egual misura all’uomo e alla donna coinvolti in tradimenti extraconiugali».
Un corso di formazione. A questo bisogna aggiungere un corso di formazione umanistica per tutti: «Il corso oltre ad attuare il processo di educazione permanente, è necessario perché non si dà più importanza alla persona in quanto tale».
I politici. Corso che dovrebbero seguire anche i politici i quali potrebbero rimpinguare le casse dello stato e a riservare un futuro ai giovani mediante una tassa di 1000 euro a candidatura: «Tanti saranno candidati alle prossime elezioni politiche per cui istituendo una quota d’accesso ne verrebbe fuori un bel gruzzolo che si dovrebbe utilizzare per i giovani cui è stato inficiato il futuro».
Mentre per quanto concerne le iscrizioni nei partiti bisognerebbe renderle gratis, sarebbe il primo passo per allontanare la politica dalla sfera economica, anche perché «per quanto concerne le spese dei manifesti elettorali, oggi si può utilizzare internet risparmiando in tal modo sulla “spesa” e soprattutto non danneggiando l’ambiente».
La toponomastica dedicata ai cari estinti. Un’idea ulteriore su come fare cassa è riservata ai comuni. Dedicare la toponomastica agli estinti dei residenti e far pagare questa concessione con una percentuale in base al reddito del richiedente.
Alcuni precedenti. Queste non sono le prime idea della professoressa Maria Marsicano, né saranno le ultime. Già nel 2006 attraverso le pagine del “La Città” propose «il pagamento di un tiket base per tutte le volte che si chiama il 118». Più recentemente, tramite “Il Mattino” scrisse all’ex ministro della Pubblica istruzione, Maria Stella Gelmini, per creare un codice identificativo per ogni alunno, idea poi divenuta concreta.
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