Palinuro, spiaggia delle meraviglie ma vegetazione a rischio
| di Davide CusatiIl fascino delle spiagge del Cilento s’ha da difendere, e ad ogni costo. Quasi cento chilometri di costiera che per oltre la metà è roccia e il restante, il 45 per cento, è composto da spiagge, per lo più sabbiose. Nella maggior parte dei casi la fascia costiera non è utilizzata o sfruttata male. In quest’ultimo caso rientrano le spiagge di Palinuro, dove l’ecosistema dunale è messo a dura prova. Ma andiamo per gradi. Il 13 giugno scorso viene segnalata, alla guardia forestale, la distruzione di un’intera porzione di fascia dunale dove cresceva il giglio marino, perché in quell’area doveva essere costruito uno stabilimento balneare, cosa successivamente avvenuta. Il lido è stato costruito senza tener conto alcuno dell’esposto della associazione Fare Verde Cilento e di alcuni cittadini di Palinuro che lamentavano il passaggio delle ruspe sulla spiaggia. La guardia forestale, alla quale è stato denunciato il fatto, ha risposto dicendo che quei lavori erano autorizzati. Le spiagge di Palinuro e tutto il Capo Palinuro sono considerati, all’interno della perimetrazione del Parco, area Sic, ovvero siti di importanza comunitaria e Zps, cioè zone di protezione speciale, che diventano parte della rete Natura 2000. Da queste direttive e dalle altri leggi che ne sono conseguite è sorto l’obbligo, per il Comune di Centola, di emanare l’ordinanza ‘Balneare’ N 1/2014 (prot. 4426 del 22/05/2014) dal titolo Disciplina delle attività balneari, dove viene riportatato che sulle spiaggie è vietato «calpestare le aree dunali anche se non recintate, alterare lo stato dei luoghi mediante lo scavo di fossi e simili, non deve essere, in alcun modo, modificata la morfologia dei cordoni dunali e alterata la vegetazione presente, (giglio di mare, etc)». Il paradosso, se così si può definire, è stata la difesa dei gestori che giustificarono la compromissione dicendo che «il giglio è una pianta bulbacea, con bulbo profondo quindi, che non subisce danni se si tagliano le foglie superficiali. La pianta, però, fiorisce e si riproduce tra luglio e agosto,proprio nei mesi che la pianta viene coperta dai lidi». Adesso, dopo che i lidi balneari sono stati rimossi, ilgiornaledelcilento.it è ritornato sulla duna delle Saline, constatando che la fascia dunale con la ricca vegetazione a Pancratium maritimum, meglio conosciuto come giglio di mare, si sta lentamente ripopolando. Sulla spiaggia sono ancora presenti alcuni paletti che indicano la presenza dello stabilimento proprio sopra la zona dove cresce il giglio. I semi che il fiore produce normalmente non sono nati e caduti quindi sulla sabbia, riproducendo il ciclo naturale. Con il rischio che la pianta caratteristica della sabbia, si potrebbe estinguere come sta avvenendo lungo altre spiagge del Cilento.
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Foto archivio giornaledelcilento.it
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