Il Cilento, i miti: Kamaratòn, Camerota
| di Giuseppe Conte“Mitologia” o “storia”?
Di sirene cilentane si può parlare, tra fascino di “canto” e d’“incanto”; di leggendarie traversate possiamo scrivere: è Enea e il suo nocchiero! Di mito incontestato per Camerota possiamo dire?
Camerota
Su di un colle, tra le rocce, è stagliato l’abitato. Guarda da lassù, quella roccia sul mare, sui cui oggi sorge la marina. Dalla preistoria alla storia, dal mito alla leggenda, è tanto quello che questo luogo può raccontare.
Secondo la storia
Il nome sembra derivi dal greco kamaraton, che significa “costruzione ad arco”, a volta, e denota la caratteristica principale di Camerota, arroccata su una collina. Ma è questa la soluzione più facile, e da sormontare, protraendo il fascino del mistero verso quella letteratura più adatta alla “terra dei miti”.
Secondo la mitologia
Quello di Camerota è legato alla vicina Palinuro, mitico nocchiero di Enea. Quest’ultimo si innamorò della bellezza di Kamaratòn. Questa divinità, però, ignorava le attenzione da parte del giovane pretendente. Palinuro non si arrese ed intraprese le sue ricerche cercando di catturare la sua immagine riflessa nel mare. Ed ecco che la dea dell’amore, impietosita da questa crudeltà, trasformò Kamaratòn in roccia. Ora è là, che tende il suo sguardo sul mare, così come Palinuro guarda l’azzurro suo stesso. E così, vivranno per sempre affiancati, separati da una sola lingua di sabbia bianchissima, che simboleggia la strada di un amore perduto.
Quella roccia piana si staglia sotto il sole d’agosto. Lassù sorge ora un borgo che dal mito trasse nome. Un mito, ma forse una storia o una leggenda. Di sicuro è memoria. Memoria lontana che si perde nella notte dei tempi.
Il Cilento, i miti: Palinuro (parte I)
Il Cilento, i miti: Palinuro (parte II)
Il Cilento, i miti: Palinuro (parte III)
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