Ascea: il paese che non c’è
| di RedazioneDi seguito le parole di Angelina Silvestre che si firma portavoce di asceoti per caso ma con tanto amore per questo paese
Non è il caso di muovere critiche su quanto si poteva e non è stato mai fatto: il passato è storia e deve servire a non far commettere errori sugli stessi già commessi. È giusto che Il politico faccia la sua politica, ma, non deve dimenticare il ‘Diritto e il rispetto del cittadino’. L’amministrazione di un paese è costituita da sindaci, assessori, consiglieri e l’opposizione. Ebbene, da cittadina ‘portavoce’ di chi ha investito, scegliendo come residenza questo paese, di cui la natura è stata tanto generosa e che vive per lo più di turismo estivo, per quanto mi concerne, direi quasi un turismo fatto di ‘divieti, multe, fitto di case nei periodi estivi’.
Poco importa ai vari interessati al turismo, alla viabilità, agli arredi urbani ecc., se all’incauto viaggiatore, turista, straniero e non, che decide di passare una vacanza in questo paese, di mettere piede in un ‘Paese che non c’è’.
‘Arrivo alla stazione di Ascea’. Una bella pensilina con biciclette in esposizione, ci s’incammina per un po’, ci si guarda intorno: un elenco di alberghi, una pro loco poco efficiente, niente servizi taxi o numeri di taxi, niente autobus. È un’utopia. Che dire, è come chiedere un’astronave. Niente cartellonistiche stradali, e, nei pressi della stazione e, lungo la strada, niente pensiline per ripararsi dalla pioggia o altro, niente panchine, niente cestini per la carta o altro.
Così, l’incauto ospite comincia l’avventura. Dove si va per Velia? Ascea capoluogo? Non c’è nessuna segnaletica. Comincia a chiedere a qualche raro passante o che sta depositando la spazzatura, o è fermo all’angolo per chiedere ‘la carità’ di un passaggio a qualche automobilista per Ascea paese è fermo aspettando un bus fantasma. Non c’è niente che te ne indichi l’esistenza. Il bus è per pochi eletti che vivono in paese e che sanno quando passa o non passa e dove si ferma chiedendo notizie così, in giro. Ma il turista ignora tutto ciò, si guarda intorno e si pente di essere venuto perché si rende conto di un ‘Paese che non c’è’.
Carissimi contendenti, nelle vostre campagne elettorali dite: «Cari cittadini, siamo uno di voi, vogliamo il vostro coinvolgimento, il vostro parere, ecc», facendoci credere che le sorti di questo paese sono nelle nostre mani. Ma noi siamo importanti ed esistiamo solo per un giorno: il giorno che si vota per eleggervi e poi il vuoto assoluto.
Una piccola parentesi: in Ascea capoluogo i seggi elettorali sono posti in un luogo lontano e periferico, in salita e discesa e per chi non guida è un’impresa per arrivarci. Ma ne vale davvero la pena di andare a votare? Tanto per una straniera, amante della natura, della storia di Parmenide, di Velia, mi ha chiesto se questo è il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni o è una giungla.
Concludo: cari candidati contendenti, c’è tanto da fare finché lo si voglia e ci sono anche i mezzi, basta guardarsi intorno.
Ci sono tante risorse: terreni demaniali, ecc, non occorrono scienziati, ricercatori, studiosi per amministrare un paese, basta indossare per un solo attimo i panni di un cittadino qualunque. Il politico faccia la sua politica ma non dimentichi che i diritti del cittadino vanno rispettati.
Angelina Silvestre portavoce di asceoti per caso ma con tanto amore per questo paese.
©
©Riproduzione riservata