Scandalo Forestale, 26 novembre udienza d’appello: legali Santoro chiederanno scarcerazione

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Scandalo Forestale, 26 novembre udienza d’appello: legali Santoro chiederanno scarcerazione

Sarà lunedì 26 novembre la data in cui si terrà, presso il Tribunale di Salerno, l’udienza d’appello in merito alla conferma o meno della custodia cautelare emessa dal gip Renata Sessa nei confronti degli ex comandanti della Forestale, Marta Santoro ed Antonio Petillo, accusati di concussione tentata, consumata e millantato credito.

Un corposo fascicolo contenente elementi emersi nel corso delle indagini saranno presentati dall’accusa a supporto di una richiesta di conferma di carcerazione, mentre i difensori della Santoro, Antonello Natale ed Antonio Zecca, riproporranno nuovamente istanza di scarcerazione o quanto meno la concessione dei domiciliari appellandosi alle ammissioni fatte dalla donna nel corso dell’ultimo importante interrogatorio. Grave il quadro accusatorio emerso a danno dell’ex comandante nel corso delle indagini. Parebbe, infatti, che la Santoro abbia intascato tangenti almeno in quattro occasioni: riscossione di 4mila euro da un noto imprenditore in concorso col Petillo, richiesta di 2mila euro per ogni matrimonio allestito in un ristorante nonostante l’apposizione di sigilli, richiesta di una somma pari a 10mila euro al titolare di altro ristorante in cambio dell’utilizzo di un parcheggio sottoposto a sequestro ed infine consegna di 14mila euro in più tranche ad un imprenditore la cui villa sarebbe stata sottoposta a sequestro. In merito al Petillo,invece, il difensore Domenico Guazzo chiederà la revoca dei domiciliari perseguendo una linea difensiva ben delineata e fondata sull’inconsapevolezza delle attività estortive della collega – consorte, una posizione emersa nel corso dell’ultimo interrogatorio reso dinanzi al pm Maurizio Cardea.

In considerazione dei capi d’accusa l’ex comandante della Forestale rischia fino ai 12 anni di detenzione per il reato di concussione e tentata concussione, invece per il millantato credito la pena prevista oscillerebbe tra 1 e 5 anni di carcere.

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