Occupazione stabilimenti Yele: le testimonianze dei dipendenti
| di Rosalia Tancredi“Gli impianti continuano a inviare spazzatura e noi siano costretti a lavorare anche se non riceviamo regolare stipendio da cinque mesi”, esclamano alcuni lavoratori che incontriamo nel piazzale della sede CORISA 4 di Vallo Scalo.
“La colpa è dei comuni che non versano le quote” esclama uno, “I comuni dicono che sono in regola e così si procede in un gioco di scarica barile effettuato sulle nostre spalle”, afferma un altro dipendente.
“Mi vergogno a dirlo, ma corro il rischio che a casa mi stacchino la luce e tra l’altro la banca mi sta chiamando e sollecitando già da tempo per il mutuo, ma come faccio? Dove li prendo i soldi? Ormai mi vergogno di uscire nel mio paese e tra l’altro, essendo finito il carburante nel mio paese, non so come fare, dal momento che non me la sento di chiedere a rifornitori di altri paesi di farmi credito per il pieno”.
“Siamo stati dimenticati dai politici, lavoriamo in condizioni pessime. In questi capannoni di fronte a noi, ci sono rifiuti accumulati da tempo, materiale putrefatto che siamo costretti a selezionare e smaltire per mandare avanti questa attività, che ormai con certezza quasi assoluta, sappiamo non continuerà ad essere il lavoro grazie al quale sfamiamo le nostre famiglie”.
“Non sappiamo come e cosa fare. Noi siamo semplici lavoratori che non vorrebbero perdere il proprio lavoro, ma nessuno ci ascolta, nessuno da voce alle nostre esigenze”.
Queste le parole, che con le lacrime agli occhi, alcuni dipendenti del CORISA 4, hanno trasferito al giornale del Cilento.
Intanto previsto per venerdì 26 un incontro congiunto, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 tra tutti i sindacati e i lavoratori.
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