Comune di Capaccio e Soprintendenza uniti per la salvaguardia delle antiche mura di Poseidonia
| di Lucia CarielloMercoledì 26 settembre, alle 11,00 in piazza Basilica a Paestum, verrà firmato un protocollo d’intesa tra il Comune di Capaccio-Paestum e la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta per la valorizzazione della cinta muraria dell’antica Poseidonia.
Saranno presenti la soprintendente Adele Campanelli, la direttrice del Museo di Paestum Marina Cipriani, il sindaco di Capaccio Paestum Italo Voza e l’amministratore dell’Istituzione Poseidonia Vincenzo Cerullo.
Il circuito delle mura La cinta muraria costituisce uno dei sistemi di fortificazione meglio conservati della Magna Grecia.
Si sviluppa sttraverso un circuito di 4.750 metri, seguendo l’andamento del banco di travertino sul quale sorge la città, lungo un percorso grosso modo pentagonale, con il lato minore rivolto verso la costa.
Il circuito è pienamente visibile percorrendo la strada moderna che copre l’antico fossato e che gira tutt’intorno alle mura.
La cinta presenta uno spessore medio di cinque metri e massimo di sette, ma non si conserva per tutta la sua altezza che doveva aggirarsi intorno ai sette metri.
Le mura sono costruite in blocchi di calcare squadrati, disposti a formare due paramenti piuttosto spessi, collegati da briglie di contenimento.
Lungo il circuito si possono osservare ben 28 torri di forma generalmente quadrangolare, circolare ed una pentagonale, poste a difesa delle porte.
Due delle torri quadrangolari, sul lato sud-orientale, furono integralmente restaurate nell’Ottocento; una di esse è tuttora utilizzata come sede della Fondazione Paestum e della sua biblioteca.
La maggior parte di queste torri ha un basamento pieno ed è accessibile solo dal cammino di ronda, mentre altre presentavano inferiormente un accesso anche dall’interno della città.
In corrispondenza dei punti cardinali e delle due arterie principali della città, si aprono le quattro porte principali d’accesso: Porta Marina ad ovest, Porta Aurea a nord, Porta Sirena ad est e Porta Giustizia a sud.
Alle porte si aggiungono altre 47 piccole aperture o postierle, funzionali sia all’organizzazione della difesa e ad eventuali sortite in caso di guerra, sia ad un più facile accesso alla città in tempo di pace.
È probabile che il limite della città, nelle fasi più antiche, non si discostasse molto da quello marcato in seguito dalla cinta muraria.
Tale limite era forse segnato soltanto da una palizzata o da un aggere all’interno del quale non era possibile seppellire i morti.
Tracce di una cinta muraria più antica sono state di recente individuate sul versante meridionale presso Porta Giustizia.
Le strutture oggi visibili sono per lo più il risultato di modifiche e restauri compresi nell’arco cronologico tra il IV e il I secolo a.C.
Un forte intervento distruttivo fu senza dubbio causato dalla costruzione della “Via delle Calabrie” (odierna via della Magna Grecia, ex statale 18) che, realizzata nel 1828 dal governo borbonico, attraversa ancora oggi la città antica, dividendola in due.
La costruzione della strada provocò la quasi totale distruzione della porta settentrionale, detta Aurea, dell’anfiteatro e di un tratto delle mura a sud.
Porta Marina
Così chiamata poiché posta dal lato del mare, essa è la più imponente tra i vani di accesso della cinta e costituisce un complesso particolarmente interessante.
Presenta all’interno un grandioso vestibolo, con muri poderosi e corpi di guardia, chiuso verso l’esterno con due torri circolari che ne difendevano l’ingresso; di esse si conserva solo la settentrionale, poiché la meridionale fu distrutta nel rifacimento di epoca romana della cinta.
Porta Sirena
Posta ad est, è cosi chiamata poiché la chiave di volta del suo arco è ornata da un bassorilievo, ora poco distinguibile, rappresentante una Scilla con due code di pesce, erroneamente interpretata come una sirena.
La porta, interamente conservata nella sua struttura, presenta due bastioni quadrangolari, cortile centrale, ingresso interno chiuso ed esterno sormontato da un arco a tutto sesto.
All’interno, ai lati dell’apertura, sono due scale, che conducevano ai cammini di ronda sulle mura.
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