Ciccimmaretati a Stio: un evento da premiare
| di Giuseppe GalatoDal 17 al 23 agosto si è tenuto a Stio uno degli ormai più famosi eventi gastronomici cilentani: i Ciccimmaretati, dal nome del piatto povero che la fa da padrone in questo contesto.
Arriviamo a Stio e, dopo aver parcheggiato al campo sportivo, ci aspetta un percorso immerso nella natura, fra gli alberi, che ci porta fino ad una vasta area fornita di stand e tavoli.
La prima interessante (e piacevole) sorpresa arriva dal primo stand che ci si para davanti: lo stand “prenotazioni”.
Ci avviciniamo e chiediamo delucidazioni su cosa si prenoti presso questo stand proprio all’ingresso dell’area, e rimaniamo abbastanza stupiti della trovata balenata alla mente degli organizzatori: lasciando il proprio numero di cellulare si viene avvisati con un SMS appena si libera un tavolo, in modo che si evitino file e l’utente possa girare in tutta tranquillità fra gli stand che vanno da quelli dei formaggi ai vini, dalle confetture all’artigianato fino a prodotti emblema del Cilento come i famigerati ceci di Cicerale.
Dopo aver assaggiato un ottimo aglianico dell’area di Paestum e un barbera di Castel San Lorenzo arriva l’agognato SMS (si, avevamo fame).
Ordiniamo una porzione di foglie e patane (barbabietole con patate) e il grano a lu furnu (grano con uova e formaggio), oltre agli immancabili ciccimmaretati, la famosa zuppa di legumi misti che dà il nome alla manifestazione.
Le foglie e patane sono delicatissime e vengono servite accompagnate da un pane soffice e gustoso (vicci), il grano a lu furnu non ha paura di competere con il piatto appena citato e i ciccimaretati non hanno bisogno di commenti.
In conclusione, i Ciccimmaretati è stato un evento da premiare sotto tutti i punti di vista, dalla location all’organizzazione fino (e probabilmente soprattutto) alla qualità dei piatti offerti, degni dei migliori ristoranti di cucina povera.
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