Sciopero agli scavi di Paestum: braccia incrociate per turni straordinari

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Sciopero agli scavi di Paestum: braccia incrociate per turni straordinari

Dipendenti e personale incrociano le braccia in segno di protesta. E’ successo lunedì a Paestum. Il museo archeologico nazionale e gli scavi hanno aperto con qualche ora di ritardo. Lo sciopero è avvenuto anche in altri importanti poli italiani, come il Colosseo di Roma o gli Scavi di Pompei.

I motivi della protesta, contro il ministero per l’Economia, sono per la «mancata approvazione del superamento del limite del trenta per cento dei turni festivi del personale di vigilanza. Manovra per cui i dipendenti del Ministero per i beni e le attività culturali non possono superare questa soglia, che sembra essere stata ampiamente raggiunta a Paestum e in tantissimi altri siti storici del Belpaese».

«Se la situazione rimane così, dal primo luglio il museo e gli scavi resteranno chiusi la domenica e i giorni festivi», ha commentato Enzo Cerullo della Cisl. Ma tra i motivi della protesta, anche il mancato compenso relativo ai turni straordinari, da dicembre a oggi, del personale di vigilanza. Qualche turista arrivato da lontano ha storto un po’ il naso. «Conosciamo bene le difficoltà economiche esistenti, ma la situazione di crisi non giustifica il sacrificio richiesto al personale dei Beni culturali – continua ancora Cerullo – È necessario rivalutare e rilanciare il nostro settore. Il museo deve essere visto, oltre che come patrimonio storico e culturale, anche come indotto economico che non va isolato, ma valorizzato».

Intanto, i dipendenti si sono dati appuntamento per il 28 giugno, per promuovere un’altra azione di contestazione. Se la situazione non si dovesse sbloccare entro pochi giorni, infatti, il museo e gli scavi di Paestum potrebbero essere chiusi già da domenica 7 luglio.

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