Ascea: Velia Teatro si farà. Il programma dell’edizione 2012
| di Giuseppe GalatoLa filosofia e la giustizia, partendo dall’antichità per arrivare ai giorni nostri. È il tema scelto per la XV edizione di VeliaTeatro, la rassegna dedicata all’espressione tragica e comica antica, nello scenario dell’acropoli dell’area archeologica di Elea–Velia (SA), nel Cilento.
Cinque appuntamenti (tutti dalle ore 21), dal 4 al 27 agosto, in cui l’approfondimento della storia del pensiero si unisce alla riflessione sulla legge e la morale, senza tralasciare i paradigmi della tragedia antica e toccando fascinosi aspetti di una letteratura moderna che rievoca il passato classico. Per un cartellone denso di sorprendenti novità.
Si parte sabato 4 agosto con «Processo ad Antigone», spettacolo collocato nel circuito del «Processo alla Storia e al Mito», promosso dall’Associazione Identità Mediterranee, sceneggiatura e testi a cura di Carla Maurano. La tragedia di Antigone, che in nome di quello che reputa un diritto umano violato sfida a costo della vita la volontà del potere costituito, è trasfigurata in un dibattito cui accusa e difesa, formate da importanti giuristi, si confrontano davanti a una corte composta da altrettanto prestigiosi nomi della magistratura (Ernesto Lupo, Giuseppe Tesauro, Maria Rosaria Sangiorgio, Franco Maldonato, Andreana Esposito, Vitaliano Esposito; protagonisti insieme agli attori Anna, Roberto e Alessandro Nisivoccia). Il sottotitolo è «la ribellione della coscienza»: contro una visione formalistica o moralista della legge, il diritto è immerso nella finzione scenica per esplorare contesti in mutevole divenire.
Lunedì 6 agosto arriva la filosofia in scena con «Il lancio del nano», trasposizione teatrale dell’omonimo testo di Armando Massarenti, responsabile del supplemento culturale «Il Sole 24 Ore – Domenica», prodotta da Mimesis, con la regia di Claudio Longhi. Il lancio del nano, aberrante pratica sportiva in alcuni Paesi, diventa metafora dei paradossi del sapere filosofico, di cui non ci si libera cercandone la soluzione, ma indagandone il senso, custode di ulteriori domande, sempre problematiche. Per scardinare le visioni precostituite, rimeditarle, mettendole in scena. Al termine della rappresentazione, Armando Massarenti coordina il dibattito con il pubblico.
Ancora la filosofia (a teatro e al cinema) protagonista venerdì 10 agosto con «Socrate: l’uomo e il cittadino», tratto dall’«Apologia di Socrate», uno dei più noti Dialoghi di Platone, curato e interpretato da Bob Marchese e Mattia Mariani. La figura di Socrate rappresenta una pietra miliare per la cultura occidentale. La sua vita, il processo e la condanna che la città di Atene gli ha imposto, sono una parabola di cittadinanza, integrità intellettuale e patriottismo. A seguire, presentazione esclusiva di alcune sequenze del film «L’ultima notte», diretto da Mattia Temponi e promosso dalla Società Filosofica Italiana, ispirato al testo platonico «Critone» e girato nel carcere Lorusso e Cotugno di Torino, con il coinvolgimento dei detenuti del Polo Universitario.
Lunedì 13 agosto un altro doppio appuntamento. Prima un’incursione nella letteratura con «Elea, questa è Elea, città di fuggiaschi», incontro, moderato dal giornalista del Corriere del Mezzogiorno Gabriele Bojano, con Antonio Saccone, professore di Letteratura italiana all’Università Federico II di Napoli, autore del libro «Ungaretti» (Salerno Editrice), con il commento di passi in cui il celebre poeta descrive un suo viaggio nel Cilento. Segue la rappresentazione di «Studio per Ecuba», prodotto da Mda Produzioni Danza, curato da Aurelio Gatti e Cinzia Maccagnano. Un’opera di danza-teatro, centrata sulla figura tragica di Ecuba, regina di Troia, interprete dell’estrema difesa dell’identità e della storia, donna che cerca strenuamente di salvare la memoria di un popolo e di una discendenza dallo sfacelo determinato dalla guerra.
La chiusura del festival, lunedì 27 agosto, comincia con «Zenone difende la filosofia eleatica», ovvero chiacchierata su Zenone di Elea con Vincenzo Fano, docente di Filosofia della scienza all’Università di Urbino, autore del libro «I paradossi di Zenone» (edito da Carocci), intervistato da Franca D’Agostini, docente di Filosofia della scienza al Politecnico di Torino e giornalista. Seguono le suggestioni epiche dell’«Eneide», raccontata da Gianluigi Tosto. L’attore, unica presenza sul palco (accompagnato da evocativi suoni e musiche), porta sulla scena il poema di Virgilio, soffermandosi sui personaggi sfortunati e potenti, come la regina Didone o il principe Turno e facendo emergere anche del protagonista Enea, la fragilità umana più che l’eroismo.
La manifestazione, organizzata dalla Compagnia Michele Murino Cilento Arte, si svolge con il sostegno di Soprintendenza Archeologica di Salerno, Regione Campania, Provincia di Salerno, Ente Provinciale Turismo di Salerno, Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Comunità Montana Lambro e Mingardo, Comune di Ascea.
Nell’intento della manifestazione, riportare il teatro classico nei luoghi della classicità, già si coglie il nesso strettissimo della rassegna, VeliaTeatro, con la sede, il sito archeologico di Elea-Velia. Che conserva un valore storico-culturale unico: qui nacque e visse nel V sec. a.C. il celebre filosofo Parmenide, qui sorse e fiorì una importante colonia magno-greca. Un posto oggi preservato quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Lo scenario in cui si svolgono le rappresentazioni è impareggiabile: l’acropoli della città antica, dominata oggi dalla monumentale Torre medievale.
Cenni di storia di Velia e degli scavi
Lo storico greco Erodoto narra che intorno al 540 a.C. coloni della città di Focea in Asia Minore, in fuga dalla loro patria assediata dai Persiani, dopo varie peripezie giunsero sulle coste cilentane. Qui, nella terra degli indigeni Enotri, fondarono una città, Hyele, poi Elea, che prese il nome da una fonte d’acqua locale. I Focei, abili commercianti e naviganti, resero presto prospera la loro nuova città. Nel V secolo a.C. Elea divenne nota per la sua scuola filosofica fondata da Parmenide e dal suo allievo Zenone. Tra V e IV secolo a.C. la città sostenne varie lotte contro i Poseidoniati e i Lucani; poi strinse alleanza con Roma alla quale fornì navi sia durante la prima che la seconda guerra punica.
Nell’88 a.C. Elea diventa municipio romano assumendo il nome di Velia. Ancora fiorente tra I secolo a.C. e I secolo d.C., nei secoli successivi fu soggetta ad un lento declino. Le alluvioni determinarono il progressivo insabbiamento dei porti e resero paludosa la parte bassa della città, costringendo gli abitanti a rifugiarsi nella parte alta, peraltro meglio protetta dalle incursioni piratesche. È qui che continuò la vita per tutto il Medioevo, dopodiché, il luogo fu abbandonato.
Gli scavi, iniziati tra gli anni venti e trenta del Novecento, intensificatisi tra anni sessanta e settanta, continuano tuttora. Soltanto una piccola parte della città (circa un sesto) infatti è stata riportata alla luce. Oggi il promontorio di Castellemmare della Bruca, un tempo lambito dal mare, e i declivi e le piane a nord e a sud di esso conservano i resti dell’antica Elea-Velia.
L’acropoli con la medievale Torre Angioina, il basamento del tempio ionico e il teatro di recente restaurato, il circuito murario, gli splendidi impianti termali dotati di ricchi mosaici, il Quartiere Meridionale con le vestigia delle presunte strutture portuali, sono solo alcune delle bellezze che si possono ammirare visitando Velia. Ma il monumento più noto e importante, vera immagine da cartolina del sito, è la Porta Rosa. Risalente al IV secolo a.C., rappresenta l’unico esempio di arco a tutto sesto di fattura greca esistente in Occidente.
©Riproduzione riservata