Bimbo conteso a Sant’Arsenio, madre del piccolo sparita nel nulla
| di Lucia CarielloSconcerto a Sant’Arsenio, piccolo comune del Vallo di Diano, alla notizia della presunta fuga della donna (italo venezuelana) al centro di una intricata vicenda che vede il figlio di sette anni conteso con il padre santarsenese. La donna, infatti, si sarebbe dovuta presentare, martedì, dinanzi al giudice del tribunale di Sala Consilina per la causa di separazione dal marito, ma soprattutto avrebbe dovuto consegnare il piccolo al suo papà ma ciò non è mai avvenuto.
La donna è praticamente scomparsa nel nulla. Fino a ora, infatti, sono state vane tutte le ricerche che i carabinieri hanno attivato sull’intero Stivale. «E’ come inghiottita dalla terra» dicono alcuni abitanti del paese, «speriamo la trovino al più presto per il bene del bambino». Mercoledì, intanto, si è tenuta una nuova udienza relativa alla causa di separazione dove il presidente Robustella ha deciso per l’affido definitivo ed esclusiavo del bimbo al padre. Nel provvedimento si dispone, inoltre, che la madre ha diritto di vedere il figlio due volte alla settimana, però, in presenza del padre o di altra persona di fiducia. Infine sempre nel provvedimento, si stabilisce che l’abitazione un tempo della coppia è stata assegnata al padre che d’ora in poi vi abiterà insieme al suo bambino.
«Obbligo di pagare 300 euro mensili per il mantenimento del figlio», è questo l’ulteriore provvedimento adottato nei confronti della donna che ora è cercata in tutta Italia. La vicenda ha inizio circa tre anni fa, quando la signora decide di lasciare il bel Paese portando con se il piccolo senza che il padre sospettasse minimamente le intenzioni dell’ex moglie. Quando, però, si rende conto che la donna non avrebbe fatto più ritorno, sporge denuncia (siamo nel gennaio del 2011) presso l’Autorità centrale (organo che si occupa del rimpatrio dei bambini italiani portati all’estero). Giugno 2012, sentenza di primo grado della corte venezuelana: il bambino deve tornare in Italia. La sentenza sarà, poi, confermata in appello nel settembre dello stesso anno, cosa che sarà ripetuta anche dall’alta corte venezuelana nel dicembre 2012. Il bambino però continua a rimanere in Venezuela. Il padre, a questo punto, attraverso il suo legale, Enrico D’Amato vuole ottenere l’esecuzione della sentenza pronunciata dall’autorità giudiziaria del Venezuela. Si reca, così, in America latina dove insieme al giudice dell’esecuzione, a un ufficiale giudiziario e con la collaborazione di un avvocato del posto va a casa dell’ex moglie, ma sia di lei che del piccolo nessuna traccia. Il padre del bambino rimane in Veneziela una decina di giorni, ma poi con l’amaro in bocca torna in Italia.
Intanto la madre del piccolo torna in Italia. Torna da sola la donna, senza portare con se il figlio, lo scopo è quello di ritrovare un dialogo con l’uomo che è stato suo marito ma una volta giunta in paese l’aspettano le manette.
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