Un dramma che unisce mondo classico e biblico nel segno della sofferenza umana: Massimo Cacciari a Velia
| di Giuseppe GalatoElea é Filosofia
Area archeologica di Elea-Velia (SA)
Con «Il dolore dell’altro» a Velia c’è Massimo Cacciari
Dall’opera del filosofo, un dramma che unisce mondo classico e biblico nel segno della sofferenza umana
Venerdì 26 agosto – ore 21 – «Il dolore dell’altro» – di e con Massimo Cacciari
Un filo unisce il mondo classico e quello biblico nel segno del dolore. Esperienza tragica, drammatica incarnata da due personaggi, Ecuba e Giobbe. Protagonisti di «Il dolore dell’altro», lettura a tre voci del testo omonimo di Massimo Cacciari, ospite d’eccezione della prima edizione di «Elea è Filosofia», venerdì 26 agosto (ore 21) sull’acropoli di Elea-Velia, per il secondo e ultimo appuntamento del ciclo dedicato al teatro filosofico.
Il noto filosofo arriva nell’antica colonia magno-greca con un’opera toccante e appassionata. Che pesca nella tragedia di Euripide e nel racconto della Bibbia. Ecuba è la madre, resa schiava dopo la sconfitta dei Troiani, che perde tutte le persone a lei care, e il cui dolore senza fine lascia spazio all’ira e al desiderio di vendetta. Giobbe è il simbolo della richiesta lacerante della speranza, dell’affanno che fa desiderare quando si è stretti dai morsi del tormento.
Entrambi si chiedono dov’è la giustizia e interrogano in proposito la divinità. «Dove è un dio o un demone a soccorrermi?», domanda Ecuba. «L’Onnipotente mi risponda!», implora Giobbe. Dopo la lettura, sale in cattedra l’autore con la conferenza dal titolo «Filosofia e tragedia», in cui Cacciari si sofferma sulle diverse problematiche suscitate dall’opera.
«La conferenza – spiega il filosofo – tratterà del rapporto tra tragedia e filosofia, non solo storicamente, come si è configurato nella Grecia classica, ma come problema filosofico generale. Che cosa vede la tragedia che la theoria filosofica non coglierebbe? O invece la filosofia risponde all’interrogativo tragico? Inoltre, il problema andrà analizzato sullo sfondo della svolta d’epoca tra mondo classico e evo cristiano. Per quest’ultimo di tragedia propriamente è impossibile parlare, poiché il suo tema non è quello della catarsi, o della conoscenza attraverso il dolore, ma della redenzione. E così è anche nel caso di Giobbe, a cui tutto viene restituito. Redenzione di cui manca la stessa idea nel tragico antico». La conferenza si concluderà con alcune ipotesi sul rapporto tra tragedia classica e dramma moderno, fino ai contemporanei.
L’iniziativa, organizzata dalla Compagnia Michele Murino – Cilento Arte, rientra nel Progetto «Il Racconto delle Pietre: la Provincia di Salerno tra Miti e Tradizioni», promosso e realizzato dalla Provincia di Salerno Settore Turismo, cofinanziato dall’Unione Europea, dallo Stato Italiano e dalla Regione Campania, nell’ambito del Programma Operativo FESR 2007/2013, ob.op. 1.9. «La tua Campania cresce in Europa».
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Navette (5 euro) dal parcheggio antistante l’area archeologica da e per l’acropoli di Elea-Velia dalle ore 19.30. Info: 334.3266442 – Pro-Loco di Ascea tel. 0974.972230
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