Agropoli: dichiara 20 euro con 7 case e un reddito di 2,2 milioni
| di Biagio CafaroI finanzieri di Agropoli, sotot il comando del cap. Fabio Antonacchio, coordinati dal procuratore della Repubblica di Vallo della Lucania, Giancarlo Grippo, e dal sostituto procuratore Renato Martuscelli, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per “equivalente” nei confronti di un’imprenditrice segnalata all’autorità giudiziaria per dichiarazione infedele ed omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali. Il provvedimento è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Vallo della Lucania.
L’evasione L’operazione è nata in seguito alle mirate indagini patrimoniali svolte dalle fiamme gialle conseguenti ad attività ispettive espletate nei confronti della titolare di una società di persone, con sede ad Agropoli ed operante nel commercio all’ingrosso di macchine per le costruzioni, che nel periodo 2007-2011 aveva indicato, nelle dichiarazioni fiscali, volumi d’affari risibili, nella fattispecie ne ometteva completamente la presentazione, occultando redditi per 2,2 milioni di euro, evadendo Iva per 444.000 euro, Irap per 116.000 euro e non versando ritenute per 3.000 euro.
La verifica fiscale effettuata nei confronti della società scaturisce da un’attività di monitoraggio effettuata su migliaia di contribuenti operanti nel Cilento dalle Fiamme Gialle di Agropoli incrociando le informazioni presenti nelle banche dati dell’anagrafe tributaria. Tale attività esplorativa ha permesso di selezionare con maggiore precisione le imprese da verificare tra quei soggetti che, a fronte della omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali, presentano un tenore di vita ed un patrimonio mobiliare ed immobiliare di rilevante entità.
L’imprenditrice per eludere il fisco aveva ideato un astuto stratagemma. Nell’anno 2009, al fine di non palesare il proprio status di “evasore totale”, anziché omettere totalmente la presentazione delle dichiarazioni fiscali, le ha inviate indicando un volume d’affari complessivo pari a 50 euro ed un reddito d’impresa conseguito pari a 20 euro.
Per la medesima annualità, le attività ispettive condotte dalla Guardia di Finanza di Agropoli hanno invece permesso di ricalcolare gli elementi positivi sottratti a tassazione in oltre 350.000 euro, l’Iva evasa in 70.000 euro e l’Irap sottratta a tassazione in 18.000 euro.
Il sequestro In seguito alla scoperta e alle successive indagini di polizia giudiziaria eseguite dalla guardia di finanza, che hanno permesso di rilevare il patrimonio personale dell’imprenditrice, il Gip del tribunale di Vallo della Lucania ha disposto un mirato sequestro preventivo “per equivalente”.
La misura cautelare reale è stata eseguita dalla compagnia di Agropoli sulle somme rinvenute sui rapporti bancari, nonché su 7 unità immobiliari intestate all’imprenditrice, ad Agropoli e a Visciano (Na), tra cui un immobile di pregio localizzato sulla collina del comune cilentano, di valore pari alle imposte evase, a totale garanzia dei crediti erariali.
Il sequestro è stato reso possibile dall’applicazione della norma, introdotta con la legge finanziaria per il 2008, che estende anche ai reati tributari la “confisca per equivalente”, ossia la possibilità, qualora non si possa procedere alla confisca dei beni che costituiscono il diretto profitto del reato, di “aggredire” comunque i beni di cui il reo abbia la disponibilità, per un valore corrispondente al suddetto profitto. –
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