“DOXA”, il nuovo romanzo di Luigi Elia: l’intervista
| di Giuseppe ConteLa quarta opera di Luigi Elia, nasce dal gioco che lo scrittore fa con la parola “Doxa”: “opinione” in greco. Opinione che però vale per tutto ciò che prescinde dal ragionamento scientifico, quindi anche sinonimo di religione. L’opera è la prova della maturazione di un ragazzo, che, coraggiosamente propone un nuovo modo di scrivere. “Il giallo tenue appunto”, come lo scrittore ha battezzato il suo genere, è molto simile all’hard boiled, ma… Può sembrare il solito racconto di nicchia sulla chiesa o di cavalieri templari, ma non è questo il caso. Un’astuta trovata dello scrittore, che usando un argomento che suscita tanto fascino ed interesse, cerca di porre l’accento su altre problematiche…”.
È questo l’ultimo lavoro dato alla luce da Luigi Elia, giovane scrittore cilentano con la passione per la narrativa. Luigi, classe 1981, vive a Sessa Cilento. Qui ha coltivato la sua passione per la scrittura dopo essersi diplomato come Ragioniere all’ITC di Agropoli.
Abbiamo posto qualche domanda all’autore e vi proponiamo la nostra intervista.
D: Chi è Luigi Elia?
R: Un tipo socievole che però non ama la luce dei riflettori su di sé, un pò fuori dai canoni diciamo pure anticonformista. Abbigliamento da sinistroide, duro verso i poteri forti ma altruista e disponibile con tutti. Testardo, ironico autoironico, sincero, una persona semplice.
D: Perché scrivere?
R: Perché si ha bisogno di esternare il proprio pensiero. Oggi non basta semplicemente dirlo, non serve urlarlo, forse non serve nemmeno scriverlo ma, se i miei pensieri riuscissero a far riflettere almeno una persona al mondo, beh, avrei raggiunto un enorme traguardo. Oggi la società decide come le cose debbano funzionare,quando scrivo mi sento libero.
D: Descrivi la tua passione per la scrittura.
R: E’ nata da adolescente quando scrivevo le canzoni per il mio gruppo punk mai esploso. Fallita l’esperienza musicistica la voglia è rimasta e così passando per vicoli non proprio ortodossi sono arrivato ai romanzi. E’ come se avessi tante cose da dire e riuscissi a farlo solo scrivendo. Insomma forse quanto affermo in questo libro è vero,uno scrittore fa quel che fa perchè scrivendo gestisce tutte le vite dei suoi personaggi quando nella verità non riesce a gestire la sua.
D: L’ultimo tuo lavoro “Doxa”.
R: Il mio racconto è un giallo, un fatto di cronaca nera con relativa indagine. Mentre nella giallistica abituale, l’omicidio è un fatto straordinario e la risoluzione del caso porta alla conclusione della vicenda facendo sembrare il mondo un posto migliore, nel mio racconto l’omicidio sembra una naturale conseguenza dei tempi e la risoluzione del caso non muta quello che è diventata oggi la società. Non ho eroi ne cavalieri senza macchia tra i miei personaggi, ma umani con vizi e virtù, con debolezze che ne condizioneranno le scelte. La storia parte con l’omicidio di un parroco,assassinato nella propria chiesa e dalla relativa indagine fatta da un commissario ormai prossimo alla pensione. Le connivenze,gli intrecci, l’arrivo dell’interpol, estrometteranno il poliziotto dall’indagine e lui, fattosi aiutare da un vecchio amico del figlio, il quale per seguire la passione per la scrittura pur essendo di famiglia agiata e con 2 lauree vive in un garage, arriverà alla soluzione del caso districandosi tra teorie complottistiche e verità su quello che è il servizio segreto vaticano. Il finale è una continua sorpresa. Domanda 5 gli ambiti d’interesse nella scrittura: Il mio ambito di interesse è la realtà. La vita di tutti i giorni che ti sfianca e non ti da il tempo per riflettere su cosa ti circonda davvero. Esasperando magari le situazioni che descrivo ed a volte filosofeggiando cerco di porre l’accento su problematiche che dovrebbero essere più sentite da tutti. Diciamo vorrei che la mia scrittura fosse un sorso di caffé per persone ancora addormentate, una piccola sveglia.
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