Baia degli Infreschi, perché non mettere un cartello di divieto?
| di Luigi Martino“La Capitaneria mi dà la multa per questi polipetti che ho preso? Ma non è segnalato da nessuna parte che non posso pescare!”: è la ricorrente reazione del turista se si fa notare che la pesca subacquea è vietata in tutte le aree marine protette italiane. “Sono sconfortata e delusa – ci confida una naturalista che da sempre esplora i fondali di questa zona straordinaria del Tirreno – quando sono venuta gli anni scorsi a Scario trovavo tantissimi polpi, murene, cernie, questa volta solo delle apparizioni; nonostante la recente istituzione dell’Area Marina Protetta la situazione è peggiorata”.
La costa fra Marina di Camerota e il porto naturale degli Infreschi – che ha visto l’istituzione di un parco marino nell’ottobre del 2009 – è un susseguirsi di insenature, falesie, grotte carsiche, incantevoli spiagge e calette raggiungibili solo dal mare e di torri di avvistamento. Inoltre, i fondali di questa parte di golfo sono ricchi di Posidonia oceanica: le praterie di Posidonia sono come la foresta amazzonica per l’ambiente terrestre, cioè un vero polmone subacqueo. Già a 30 metri è possibile notare rami di corallo rosso e tra pareti e franate, invece, si ammirano i grandi ventagli di Paramuricea clavata e le margherite di mare. A Scario, paesino di mare minuscolo e bellissimo, si lascia l’auto e si sale al porticciolo, lì le barche di due differenti compagnie partono ogni ora e battono il tratto di costa tra Scario e Punta Infreschi, ovvero le spiaggette di Marcellina, Sciabica e la Spiaggia dei Gabbiani.
“So bene che non rientra tra i loro compiti: ma cosa costerebbe mettere sulle imbarcazioni che trasportano i turisti un cartello di divieto di pesca?”: è la proposta lanciata dalla naturalista per contrastare la colpevole leggerezza dei visitatori dell’area marina. Proposta semplicissima e facilmente attuabile, anche senza dover attendere le mosse della Capitaneria di Porto – i cui mezzi sono sempre così esigui – ed il “Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano”, l’ente che gestisce l’area marina protetta e, che contattato, fa sapere: “Stiamo provvedendo a mettere le boe di segnalazione”.
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