Simulazione tsunami: il fotoriassunto
| di Luigi MartinoSono le 8.34 di sabato 26 ottobre. Il capo del dipartimento nazionale della protezione civile, Franco Gabrielli, atterra in elicottero a Marina di Camerota. Parte da qui la visita del prefetto nel Cilento. Gabrielli, lungo il tragitto, incontra i volontari intenti nello svolgimento delle operazioni di esercitazione, i cittadini, le amministrazioni e i vari corpi dello Stato. La visita rientra nel progetto promosso dal dipartimento italiano di protezione civile con la collaborazione della prefettura e della provincia di Salerno. I finanziamenti sono arrivati anche dalla commissione europea.
Dopo un quarto d’ora dall’atterraggio Gabrielli viene accompagnato dal capitano dei vigili urbani Antonio Ciociano, dal sindaco Antonio Romano, dal consigliere Ciro Troccoli, dai capitani della guardia costiera Saverio Coco e Amleto Tarani e dal maresciallo Massimo Di Franco a visitare il centro operativo comunale di Camerota, ubicato per l’occasione nella scuola media del paese. Qui è dove vengono svolte le operazioni di coordinamento delle varie esercitazioni che si tengono sul porto. All’interno delle classi anche le cartine geografiche che mostrano i punti più a rischio della costa.
E’ proprio il porto che il prefetto raggiunge più tardi. Lungo il molo ci sono posizionate le ambulanze pronte a soccorrere le persone che sono finite in mare, i gommoni, le moto d’acqua e le vedette della capitaneria. Nello specchio d’acqua antistante il molo, sono a lavoro i sub della Fias ( federazione italiana subacquei ). Gabrielli assiste alla prova di soccorso di due persone, in questo caso manichini, imprigionati in una automobile sommersa dopo che l’onda dello tsunami l’ha trascinata in acqua.
Piu’ tardi i manichini vengono individuati dalle telecamere della Fias. Sono nell’auto e i sub li tirano fuori dopo l’ok del magistrato di turno. Le salme vengono portate in ambulanza e, intanto, un gommone posiziona i palloni gonfiabili per tirare fuori dall’acqua l’automobile. Gabrielli pone alcune domande ai volontari e chi coordina le operazioni mostra dati e video al prefetto. Gli esperti sono dotati di microcamere che permettono di seguire passo dopo passo le operazioni. Sono le 9.32 quando il capo deve andare via.
Franco Gabrielli saluta l’amministrazione comunale di Camerota e sale a bordo della motovedetta della guardia costiera degli uffici di Marina di Camerota e Palinuro. Con lui c’è l’assessore provinciale ai Lavori pubblici Attilio Pierro che lo accompagnerà per tutto il viaggio. La capitaneria è diretta verso cala Fetente, fa sosta lungo la costa per fari visionare anfratti e grotte al prefetto e poi approda nel porto di Palinuro.
Alle 10.20 l’imbarcazione della marina giunge al porto di Palinuro dove sono in corso le esercitazioni. Prima dell’attracco si ferma ad osservare il primo scenario di esercitazione. Quando scende sul molo il prefetto trova ad accoglierlo il sindaco di Centola Carmelo Stanziola, il vicesindaco, il capitano dei vigili urbani e il comandante della stazione dei carabinieri locale Giuseppe Sanzone. Come prima cosa Gabrielli si accorge della camera iperbarica mobile ed esclama: «Questa l’avete comprata con i soldi miei», sorride e si allontana.
Anche in questo porto i sub della Fias sono in mare e cercano di recuperare un altro disperso. Questa volta si tratta di un sub. Gabrielli concede anche una battuta e rivolgendosi scherzosamente al sindaco dice: «Che acqua sporca, ma questo è il biglietto da visita per i turisti? Mi meraviglio di lei». Poi sorride e corregge il tiro: «Logicamente era ironico, non ho mai visto un porto con un’acqua così limpida» e la collaboratrice del prefetto aggiunge: «I ricci li hanno posizionati uno ad uno».
Gabrielli saluta gli speleologi del soccorso alpino e i volontari. Scambia una battuta con il comandante del porto Saverio Coco e alle 10.40 sancisce ufficialmente la conclusione delle esercitazioni anti tsunami sia al porto di Palinuro che a quello di Marina di Camerota, ma la visita del capo del dipartimento di protezione civile non si ferma qui.
Dopo poco il capo della protezione civile nazionale si dirige verso la sede del C.o.c. di Centola a bordo del pulmino del dipartimento. Insieme a lui due accompagnatrici, i vigili urbani con l’auto di servizio, i carabinieri della stazione di Centola, il sindaco Carmelo Stanziola, il vicesindaco e il comandante della capitaneria di Palinuro Saverio Coco. Qui consegna il ‘pacchetto Twist’ al sindaco.
Alle 11.00 Gabrielli arriva al C.o.c. di Centola, quindi nella sede del Comune. Carmelo Stanziola, sindaco, consegna al prefetto una lettera con all’interno i dettagli che riguardano la situazione attuale degli alvei dei fiumi Lambro e Mingardo. Gabrielli risponde al primo cittadino: «Ho una specie di desiderio che nello stemma della nostra Repubblica vorrei ci fosse scritto in latino ‘Ad ognuno il suo’, con questo voglio dire che come in questo caso la competenza non è della protezione civile di sistemare i letti dei fiumi. Ogni istituzione, ogni ente e ogni cittadino deve prendersi le proprie responsabilità».
Subito dopo la lettura della lettera, il capo del dipartimento di protezione civile italiano si ferma a colloquio con gli operatori nazionali del progetto ‘Twist’. Stringe la mano a tutti e lascia la sede del Comune di Centola a bordo del pulmino. Gabrielli si dirige ora verso Futani dove saluta sindaco e volontari al centro operativo comunale e raggiunge Salerno per il pranzo.
©
©Foto Luigi Martino. La riproduzione è vietata
©Riproduzione riservata