Il caso Mastrogiovanni sotto i riflettori de L’Espresso: ecco il video integrale

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Il caso Mastrogiovanni sotto i riflettori de L’Espresso: ecco il video integrale

“Così hanno ucciso Mastrogiovanni” intitola L’Espresso in un articolo di Gianfrancesco Turano, alla vigilia della ripresa, dopo la pausa estiva, del processo sul caso del maestro elementare di Castelnuovo Cilento, morto la mattina del 4 agosto 2009 dopo 83 ore in trattamento sanitario obbligatorio nel reparto psichiatrico del San Luca di Vallo della Lucania, legato polsi e caviglie ad un letto di contenzione. Un finale tragico per un uomo senza colpe, per un cittadino entrato in un ospedale in buona salute e senza aver commesso reati, uscito morto dopo quattro giorni, senza acqua né cibo e senza che ai parenti fosse consentito di vederlo.

Ecco le immagini struggenti della «crocifissione» di Mastrogiovanni

Il video integrale Il video che documenta le ultime 83 ore di vita di Franco Mastrogiovani è on line sul sito de L’Espresso dalle 12.32, lo stesso orario in cui il maestro elementare di Castelnuovo Cilento è entrato nel reparto psichiatrico del San Luca di Vallo della Lucania e dal quale uscirà morto. Sarà sospeso martedì 2 ottobre, quando il pm del tribunale di Vallo della Lucania, Renato Martuscelli, incomincerà la requisitoria del processo contro i sei medici e dodici infermieri. «Le immagini sono dure, a volte insopportabili. – si legge sul settimanale L’Espresso – Ma proprio grazie al filmato, il processo è stato rapido, considerati i tempi della giustizia italiana».

L’intervista al Comitato ‘Giustizia e Verità per Franco «Nessuno ci può privare della libertà personale, nemmeno un giudice – dichiara Giuseppe Galzerano al GdC – Ci può essere tolta o può essere limitata la nostra libertà ambientale, ma non quella personale. Nel senso che ognuno di noi può essere arrestato e possiamo essere rinchiusi in carcere, ma dentro la cella non possiamo assolutamente essere legati e nessuno può impedire il movimento del corpo, attraverso i movimenti delle mani e dei piedi. Come sappiamo anche dalla letteratura i carcerati, in cella camminano, anche se vanno avanti e indietro nella cella e fanno solo pochi passi. Vorrei che fosse chiaro che nessun giudice, anche condannandoci, ci potrà mai privare della nostra libertà di movimento».

“Quem Quaeritis? Il caso Mastrogiovanni” «Guercio/Mastrogiovanni si strugge, fra toni più pacati e altri rabbiosi – si legge nella recensione di Giuseppe Galato – fra il recitato quieto e quello struggente, si interroga sul perché di tutto questo strazio afflitto ad un essere umano, in nome di cosa? Si interroga su cosa sia la pazzia, su come operano le strutture sociali e su come queste reputino pazzi determinati soggetti solo perché liberi dalle costrizioni della morale comune. Liberi dalle costrizioni ma costretti su un letto di un ospedale, in un lager, nelle carceri e in tutti quegli altri luoghi di debilitazione dell’essere umano che la nostra società civile è stata capace di creare per ghettizzare il “diverso”».

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