Ai confini del Cilento tra storia e geografia

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Ai confini del Cilento tra storia e geografia

Sfogliando una cartina che rappresenta la zona sud della provincia di Salerno, si nota che il Cilento padroneggia incontrastato su una superficie territoriale piuttosto estesa, ma soprattutto indefinita. Ciò accade non solo per le rappresentazioni in larga scala, ove si potrebbe pensare che il tutto sia dovuto alla ristretta visuale, ma si verifica anche nelle proiezioni locali su scala ridotta.

Tuttavia, preliminarmente, bisogna chiarire che convenzionalmente, e di sicuro per ragioni di “comodità”e difficoltà a chiarirne gli esatti confini, come Cilento viene oggi etichettato tutto il territorio posto nel basso salernitano, i cui estremi “naturali”, secondo quest’ampia delimitazione, in linea di massima sono: l’inizio della pianura pestana, a cavallo fra i comuni di Agropoli e Capaccio, il mar Tirreno, il Vallo di Diano, che per nome e motivazione storica è territorio autonomo, e il golfo di Policastro, il quale chiude amministrativamente la provincia di Salerno e convenzionalmente il Cilento. Per quanto riguarda il confine Nord (la pianura pestana), e la parte marina, essi possono anche essere accettati; invece i restanti confini sono molto discutibili. Così delimitando il territorio, dal punto di vista toponomastico, senza questi parametri, si può inglobare anche tutto il circondario incluso fra l’Alento e il Vallo di Diano, probabilmente un territorio “anonimo” da questo punto di vista (che sia Alto Cilento?). Il Golfo di Policastro, con il saprese e il suo entroterra, dilata di molto il circondario.

Accettando questa circoscrizione, il Cilento s’ingrandisce notevolmente, sforando ben oltre le sue originali dimensioni e viene reso, a questo punto, una vera sub-regione del territorio ora campano.

Ma è evidente che il toponimo Cilento, sia messo lì in queste proporzioni, semplicemente per designare geograficamente la zona in oggetto.

Che “Cilento” sia stata una sola località, o una città-fortezza (situata sulla sommità del Monte Stella, secondo le teorie di alcuni studiosi, le cui rovine, pare siano ancora visibili), una baronia o ancora un’intera regione amministrativa, poco importa, e senza addentrarci troppo negli avvenimenti storici, fatto sta che doveva essere localizzato in un punto ben definito e più o meno circoscritto.  

Molti studiosi hanno sostenuto la teoria che il Cilento corrispondesse, indipendentemente dalla sua funzione storica, a una zona ben precisa, ossia al territorio orbitante intorno al massiccio conico dell’odierno Monte della Stella, un tempo Monte Cilento, e non a caso sulle carte geografiche – almeno fino al 1600 – il massiccio veniva appunto identificato come Monte Cilento, e si estendeva lungo il lato est del bacino dell’Alento. A dare credito a tale affermazione, vi è una serie di deduzioni, facilmente rintracciabili.

Nella toponomastica locale, è ben chiaro che l’appellativo Cilento è attribuito solo a villaggi posti al di qua dell’Alento. Partendo dalle sorgive del fiume e scendendo verso valle, troviamo le località di Monteforte Cilento, Ogliastro Cilento, Valle Cilento, Sessa Cilento, etc., lungo il bacino dell’Alento; sul versante marino del Monte della Stella, troviamo paesi del tipo San Mauro Cilento.

Anche se oggi per identificazione e per darsi una propria identità, numerosi paesi della zona si sono accaparrati l’appellativo di Cilento, pur essendo al di fuori di questa circoscrizione storica, non dobbiamo farci trarre in inganno; tale situazione si avverte solo nell’oralità, ma non è documentata storicamente né si trova affissa nei cartelli stradali. Inoltre, è un fenomeno recente, direi legato a una sorta di tentativo di richiamo turistico, oltre che ad una ricerca d’identità.

Obbligata eccezione è invece il toponimo “Castelnuovo Cilento”, il quale, pur essendo al di fuori della suddetta zona, si fa rientrare nell’appellativo Cilento, motivazione dettata da ragioni di carattere distintivo. Questo perché, tale toponimo è piuttosto diffuso nella penisola italiana, e l’esigenza di affiancare Castelnuovo al toponimo Cilento, si è resa necessaria per togliere l’effetto di ambiguità nei confronti di casali omonimi sparsi nella penisola e nello stesso salernitano, come nel caso di Castelnuovo di Conza.

Nel cuore del Cilento, così come s’intende oggi, sorge la cittadina di Vallo della Lucania. Il nome di questa località, ci ricorda che appena al di fuori dei confini storici dell’Antico Cilento, la zona era già compresa nell’antica Lucania, rivendicando probabilmente l’appartenenza storica a questa regione, non solo delle terre circostanti, e presumibilmente l’Antico Cilento era il confine storico della Lucania (o di essa faceva parte, almeno in alcune sue fasi storiche, legate a espansioni giurisdizionali territoriali).

Le motivazioni esposte circa i confini attuali del Cilento, non devono però portarci a pensare che una delimitazione del genere sia nata solamente di recente. In effetti, per le circostanze esposte, sembra che sia così, ma in realtà, una delimitazione impropria era già ben visibile nei secoli scorsi. Con la nascita dell’Actus Cilenti, il toponimo si estende a tutto il massiccio dell’odierno Monte Stella o Monte della Stella, che dir si voglia, e, ancora in epoca più tarda, siamo nel 1600 all’incirca, cede l’appellativo anche alla montagna. Inoltre, in periodo ancora anteriore, ma si presume sempre intorno al 1600, estende ulteriormente la sua autorità toponomastica, inglobando l’intero bacino dell’Alento, poi i territori circostanti, e infine identifica la sproporzionata superficie, oggi così chiamata.

Va però precisata la visione ancora presente nel ‘700 del millennio scorso, la quale sulla scia di documenti anteriori al secolo or ora citato, vede il Cilento “di grandi proporzioni”, pressappoco come oggi viene delimitato;  è ancora la Descrizione Geografica e Politica delle Sicilie, a venirci in soccorso. Nell’opera, il Cilento viene delimitato con queste parole: Questa regione comprende in gran parte le diocesi di Policastro e di Capaccio. Se analizziamo le circoscrizioni delle antiche diocesi, non più esistenti, di Policastro e Capaccio, vediamo che il termine Cilento può, metaforicamente parlando, inerpicarsi sulle montagne dell’interno, toccare le sponde del Sele e andare a lambire anche il golfo di Policastro.

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