Cilento da Scoprire: Capizzo
| di Giuseppe ConteL’Alento, il fiume per eccellenza del Cilento, nasce nei pressi di Gorga, in agro di Stio. Proseguendo sulla strada, in direzione Monteforte, stagliati a ridosso delle rocce della montagna, tre abitati dall’aspetto presepiale: Magliano Nuovo, Magliano Vetere e il piccolo centro di Capizzo. La via principale taglia a metà l’abitato, che si allinea ordinato con le sue piccole case, alcune ancora intatte, interamente in pietra, il cui colore si confonde con la terra circostante. Sembra proprio un piccolo villaggio montano, e sorge laddove il Cilento Storico un tempo si inerpicava nei suoi confini massimi. Mentre Magliano Vetere (capoluogo comunale) e la frazione di Magliano Nuovo, seguono una storia di pari passo e consimile, Capizzo riecheggia il suo passato fatto di gesta proprie.
La parte bassa dell’abitato, quella che degrada verso la valle dell’Alento, custodisce l’antica chiesa parrocchiale dedicata a San Fortunato. Anch’essa è interamente realizzata in pietra locale, conferendo un aspetto ancor più suggestivo e che ben si inserisce nel contesto sia urbanistico che paesaggistico. Un tempo, accanto alla chiesa, sorgeva la struttura cimiteriale; alla sua soppressione, lo spazio da esso occupato, divenne parte delle architetture ecclesiastiche, diventando la porta d’ingresso laterale. Ammirevole è anche il portone il legno, interamente scolpito e incorniciato in modo assai caratteristico da maestri d’arte dei tempi passati. All’esterno ed annesso alla struttura, il campanile con due campane ed orologio. L’altra parte dell’abitato, con la via “Arco di Piazza”, così chiamata per la presenza di un antico arco in pietra, rappresenta l’ultima propaggine del centro urbano, prima di addentrarsi per gli scaloni ricavati nella roccia, che tra il verde della vegetazione conducono allo straordinario complesso rupestre di San Mauro, uno dei monumenti più imponenti e affascinanti dell’intero comprensorio. Meta di pellegrinaggio l’11 del mese di luglio, è il fulcro di un’antica tradizione, ancora ben sentita e radicata nel patrimonio culturale delle genti locali.
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