Processo Mastrogiovanni, la difesa: «Contenzione legittima, maestro deceduto per morte elettrica»
| di Marianna VallonePenultima udienza quella di lunedì, al processo per la morte di Francesco Mastrogiovanni, il maestro elementare di Castelnuovo Cilento morto il 4 agosto 2009 nel reparto psichiatrico del San Luca di Vallo della Lucania dopo 83 ore in trattamento sanitario obbligatorio. Sei gli avvocati della difesa che hanno pronunciato le ultime arringhe nel processo che vede accusate di sequestro di persona e morte come conseguenza di altro reato diciotto persone, sei medici (per loro anche l’accusa di falso in cartella) e dodici infermieri.
L’attenzione è rivolta tutta su Franco Maldonato (nella foto), difensore dell’infermiera caposala Maria Carmela Cirillo, che impronta la sua linea difensiva chiedendo al presidente del tribunale Elisabetta Garzo che siano assolti tutti i 18 imputati. «Il pm requirente – esordisce l’avvocato – nel chiedere il sequestro di persona ha dimenticato l’ambito spaziale dove il fatto è stato consumato. Non si può decontestualizzare. Mastrogiovanni entra nella disponibilità giuridica dei sanitari per effetto di un TSO chiesto ed ottenuto dal sindaco e validato dall’autorità giurisdizionale. C’era stato già tre volte e in quelle occasioni nessuno si era arrabbiato, tantomeno aveva additato i sanitari come aguzzini. Anzi, in quelle occasioni aveva ricevuto cure tali che lo avevano portato nel 2005 a continuare volontariamente la cura. Mastrogiovanni, infatti, aveva sottoscritto di proseguire volontariamente il TSO».
Se non fosse stato contenuto, Mastrogiovanni si sarebbe salvato? La linea di difesa di Maldonato ha inteso evidenziare come Mastrogiovanni non sia morto per edema polmonare. «L’edema polmonare non è causa causandi ma causa causata. Il ritmo dei battiti si è interrotto. L’ipotesi più verosimile, come verificata dall’anatomapatologo Verrioli attraverso esami microscopici, ha escluso l’infarto. Si è trattato di una morte elettrica». La contenzione, secondo Maldonato, non aveva rilevanza ai fini della morte. Con una rassegna sugli esami ematochimici effettuati su Mastrogiovanni nel 2002 e il 3 agosto del 2009, infine, l’avvocato ha voluto evidenziare che «il paziente a distanza di sette anni aveva sempre lo stesso valore degli indici dell’equilibrio idroelettrico (potassio, sodio e cloro)». «Si è detto che il digiuno avrebbe causato deperimento organico ma questo avrebbe inciso sul corredo dei globuli rossi – ha detto Maldonato – il 3 agosto però il valore era assolutamente normale».
Dopo il legale della Cirillo, prende la parola Francesco Maria Torrusio che ha chiesto l’assoluzione per i propri assistiti, gli infermieri De Vita e Cortazzo, ed ha chiesto, in base all’ art. 541, la lite temeraria, il risarcimento dei danni e il rimborso delle spese legali ai familiari di Mastrogiovanni. «E’ davvero incommentabile – fanno sapere dal comitato “Giustizia e verità per Franco” – che gli imputati che rischiano la galera chiedano il risarcimento. Avrebbe dovuto chiederlo alla Procura che li ha imputati».
Martedì l’ultima udienza con le rimanenti arringhe difensive, poi camera di consiglio e sentenza prevista probabilmente per il tardo pomeriggio.
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