“Cara Italia ti scrivo” di Giuseppe Lembo a Marina di Camerota
| di Giuseppe GalatoIl 30 ottobre a Marina di Camerota, presso l’Hotel La Scogliera in via Lungomare Trieste, si terrà la presentazione del libro-inchiesta “Cara Italia ti scrivo” di Giuseppe Lembo.
Dopo un lungo peregrinare per varie località e manifestazioni importanti, ultima quella di Napoli, del 30 maggio 2012, fortemente legate alle ormai passate celebrazioni del centocinquantesimo anno dell’Unità d’Italia, il libro-inchiesta di Giuseppe Lembo, torna nel Cilento per un dibattito a più voci, utile, tra l’altro, a costruire nuovi percorsi umani e sociali anche nella sempre più abbandonata terra di Parmenide, dove la cultura ed i saperi sono sempre più indifferenti alla gente, che si compiace di vivere pensando solo ad apparire ed allo stomaco da riempire con schifezze alimentari di crescente e scadente qualità.
Cara Italia ti scrivo è un libro-inchiesta non datato; affronta con forza, i gravi problemi del nostro Paese in una condizione di assoluta precarietà.
In tanti hanno detto che si tratta di un libro-verità anticipatore di eventi che si sono regolarmente verificati, aggravando il disagio sociale dovuto ai tanti mali d’Italia.
Ancora una volta, come nella sua buona e generosa tradizione di scrittore-saggista, Giuseppe Lembo non si abbandona agli isterismi diffusi del “non c’è niente da fare”; da non rassegnato, così come ben espresso dall’ottimismo dei precedenti libri-inchiesta, ultimi dei quali “I Crocefissi del Sud” ed “I globali del Terzo Millennio”, nonché in tutta la sua produzione di servizi-inchiesta di un giornalismo finalizzato al comunicare autentico, è fortemente convinto che i mali d’Italia possono anche essere superati e con albe nuove, diventare nuovi percorsi di vita basati sul bene comune, sulla vita di qualità, sull’etica condivisa, sull’importanza della cultura, insostituibile fonte e strumento di cambiamento e di sviluppo.
Questo per l’Italia che verrà; questo in modo particolare ed indifferibile per il Cilento e per il Sud più in generale, se si vuole che il Cilento, il Sud e l’Italia tutta abbiano un futuro possibile.
Giuseppe Lembo usa toni forti e qualche volta anche maldigeribili; sono toni non compiacenti né compiaciuti e comunque molto amari.
Lembo, pronto ad affrontare le tempeste della vita senza mai piegarsi, non è un rassegnato e tanto meno un silenzioso fatalista per cui “così è” e “così deve andare”.
Tenta, con il protagonismo della ragione, unito alla forza dei più nobili sentimenti umani, di scrivere pagine nuove per un diverso futuro del Cilento, del Sud e dell’Italia più in generale.
Vuole un’Italia veramente unita e rinnovata; vuole un’Italia protagonista in Europa e nel mondo; un’Italia da vivere, non solo nelle affollate metropoli, bisognose di tutto, ma anche nelle piccole realtà dove ancora tanti, dalle radici lontane, sanno essere saggi e vivere la propria vita dell’essere così come nel Cilento ci ha insegnato il pensiero parmenideo, assolutamente estranei ai fragori, al consumismo sfrenato, alla sete di possesso di beni materiali e ad una dimensione stravagante dell’apparire che annulla l’essere ed i suoi valori.
Ma il Cilento oggi più che mai soffre di abbandono e di indifferenza.
Per questo impegno Giuseppe Lembo ha pensato a Cara Italia ti scrivo, un libro che apre al confronto, ponendo sul tappeto problematiche tutte da risolvere ed al più presto; il tono è del dialogo costruttivo, senza accusatori né accusati e tanto meno inquisiti da mandare al rogo.
È un libro che spinge a riflettere; ciascuno può trovarvi le sue verità, le sue certezze e l’inizio di un cammino nuovo per una vita nuova, da vivere soprattutto in direzione del bene comune.
Un libro che non può non essere letto da chi vuole porsi come protagonista di futuro e fare, per quanto è possibile, la sua parte per cambiare il corso della vita d’insieme, ponendosi in atteggiamento costruttivo, da protagonista e non da rassegnato, indifferente a tutto.
È un libro che ama ed apre le porte al dialogo con il mondo attraverso la sua prossima pubblicazione di Lettere al mondo, Giuseppe Lembo, riprende le vie del sapere universale e del pensiero dei saggi della storia umana, tracciando rapporti virtuosi e costruttivi con alcuni grandi del mondo, del passato ed anche del presente, i cui esempi ed i cui saperi e valori dobbiamo saper conservare ed utilizzare come grande risorsa universale e come patrimonio dell’umanità verso cui rivolgere religiosamente la nostra attenzione di uomini della Terra, nati per essere liberi e per evitare che gli altri diventino inopportunamente meticci e moderni schiavi di padri-padroni che ancora pensano diabolicamente alle sole strategie possibili per dominare il mondo, per affamare il mondo, per martoriare il mondo,compreso quello dell’infanzia con bambine e bambini oggetto di piacere e/o di un inopportuno ruolo di soldati in disumane azioni di guerra.
Il libro Cara Italia ti scrivo è un grido di dolore, ma è anche un percorso di speranza per una nuova saggezza umana al servizio della gente italica, al servizio dei più deboli e di chi soffre, imparando concretamente una nuova lezione di vita finalizzata, prima di tutto, a ridurre gli egoismi e l’accanimento del senso del possesso che spinge egoisticamente tanti al tutto per sé ed a quell’ozio del pensiero che porta all’indifferenza assoluta nei confronti delle sofferenze umane e delle diversità in cammino.
Dopo Cara Italia, di Giuseppe Lembo ci sarà Caro mondo, ti scrivo; anche questo libro è pensato come il frutto di un amore antico che congiunge le due lontane realtà umane locale-globale (glocal), in parte già affrontate nel libro “I globali del Terzo Millennio”; oggi l’umanità non più stanziale, ma dinamicamente in movimento è in cammino verso mondi sconosciuti, portando in dono agli altri, la propria diversità, una ricchezza per tutti, sempre che un’intelligente mediazione culturale ne permetterà quell’insieme-incontro teso all’obiettivo dell’insieme umano universale e non più a sterili, fanatiche ed inopportune divisioni tra le razze ed i popoli della Terra, dovute spesso a gravi incomprensioni, il frutto di egoismi, di fanatismo, di incomunicabilità o peggio ancora di razzismo mascherato e non, verso tanti ultimi della Terra.
Giuseppe Lembo da questo incontro, ne è certo, avrà nuovi stimoli per continuare a scrivere di mondi senza confini e di quell’universalità umana, oggi in sofferenza e sempre più spesso dimenticata, senza mai trascurarne il cuore che è rappresentato proprio dal suo Cilento; dal suo amato Cilento, un vero e proprio ombelico del mondo non tanto e solo per l’appartenenza, quanto per essere la Terra dei saperi eleatici, riconosciuto dall’UNESCO come importante patrimonio dell’umanità.
Anche quando i suoi pensieri e le sue idee navigano per le vie del mondo e percorrono strade sconosciute, per combattere le tante forme di emergenti disumanità, c’è sempre un ritorno di Giuseppe Lembo alle radici, alla cultura cilentana, all’appartenenza ed ai luoghi dei saperi dell’essere, universalmente conosciuti, senza i quali il futuro del mondo e quindi anche il nostro è, purtroppo, un futuro senza futuro.
Il Cilento deve diventare un importante laboratorio di idee e di pensiero; tanto è possibile tornando all’essere ed alla sua umanità profonda; per questo, bisogna necessariamente riannodare i tanti fili spezzati, portare in primo piano il rispetto umano tra le diversità e rendere centrale la cultura, l’educazione, i valori antropici, la più grande ed insostituibile forza dell’uomo per cambiare dentro, per diventare attivo protagonista, per creare sviluppo e per utilizzare senza egoismi, le tante risorse di cui dispone il territorio che, se ben sfruttato, può aiutare a far crescere umanamente, socialmente ed anche economicamente la gente cilentana, purtroppo ancora in fuga (una fuga oggi soprattutto di cervelli) verso mondi falsamente migliori, con la speranza nel cuore di tornare un giorno alle radici ed alle pietre parlanti dei tanti paesi dell’anima che fanno parte di un Cilento sempre più abbandonato e morente.
Per guardare al futuro, il Cilento, prima di tutto, ha assolutamente bisogno del potenziale giovane delle sue risorse umane, in fuga ed in giro per il mondo, per cambiare le proprie condizioni di vita.
Quelle tante risorse in fuga devono tornare ad animare il Cilento ed a costruire, come progetto d’insieme, un progetto di futuro nel rispetto del territorio, della cultura, dell’agricoltura sostenibile e del turismo possibile.
Il protagonismo cilentano può, volendolo, dare anche la sveglia salvifica all’Italia morente.
Lembo, da scrittore, da giornalista, da sociologo, con l’orgoglio e l’entusiasmo di sempre, è disposto a fare la sua parte, mettendo al servizio della gente cilentana ed oltre, il suo quotidiano impegno di comunicatore autentico che per cambiare, partendo dall’uomo tradito, pensa ad un nuovo umanesimo.
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