Vallo della Lucania, nuova udienza processo Mastrogiovanni: «Chiedeva aiuto, respirava affannosamente»
| di Marianna ValloneNella nuova udienza, la decima del nuovo anno, del processo contro i sei medici e i 12 infermieri accusati della morte del maestro elementare di Castelnuovo Cilento, è stato sentito Giuseppe Mancoletti, il 63enne di Capaccio ricoverato nel reparto psichiatrico del San Luca di Vallo insieme a Franco Mastrogiovanni.
La nuova udienza si è tenuta, come di consueto, al tribunale di Vallo della Lucania martedì pomeriggio e ha visto a deporre l’imbianchino e invalido civile, compagno di stanza, nel nasocomio vallese, di Mastrogiovanni.
Anche quest’ultimo ricoverato, per la prima ed unica volta, dal 28 luglio al 12 agosto 2009, in trattamento sanitario volontario (per Mastrogiovanni fu un trattamento sanitario obbligatorio, ndr).
La deposizione. «Mi hanno legato senza dirmelo, ed è stato Di Genio a disporre la mia contenzione, come poi mi ha detto il dottor Mazza, ch’era del mio paese – ha dichiarato Mancoletti – Ero legato solo alle mani e sono stato legato per due notti e un giorno. Ho pensato che la contenzione fosse dovuta al fatto di non farmi cadere dal letto, ma non potevo né girarmi, né sedermi sul letto. Ero completamente immobilizzato. Gli infermieri e i medici passavano raramente. Nel mio letto gridavo che avevo sete, dopo aver gridato a lungo è venuto un infermiere piccolino a portarmi meno di mezzo bicchiere d’acqua, assolutamente insufficiente in quei giorni di grande caldo».
Su Mastrogiovanni. «Quando mi portarono nella stanza dov’era Mastrogiovanni lo trovai già legato alle mani e ai piedi. Il primo giorno si lamentava solo qualche volta e si dimenava meno. La sera del 3 agosto gridava moltissimo, lamentandosi e dimenandosi, chiedeva aiuto, non glielo ha dato nessuno, respirava affannosamente. L’ho sentito gridare fino alla mezzanotte, poi mi sono addormentato. La mattina del 4 agosto verso le sette mi hanno portato fuori dalla stanza e sono stato sciolto. Dopo il 4 agosto sono stato trattato meglio, mi hanno fatto la barba e tolto il catetere. La mattina del 4 agosto hanno telefonato a mia moglie per dirle di portare i panni, mi avevano dato per morto. Ai miei familiari non hanno permesso di visitarmi, mia moglie è venuta solo una volta ed è venuta poi la mattina del 4 agosto, ma mi ha trovato fortunatamente vivo».
La contestazione. Tre avvocati degli imputati – mostrando delle foto ricavate dal video che riprende le ottantatre ore di contenzione ininterrotta di Mastrogiovanni – contestano a Mancoletti la data ma non i fatti riferiti, e affermano che nel pomeriggio del 3 agosto è stato trasferito in un’altra stanza e non era più quindi nella stanza di Mastrogiovanni; ciò per dimostrare che sulla data è stato inattendibile, ma non si esprimono su quando riferito del trattamento riservato a lui e a Mastrogiovanni.
Gli altri due consulenti citati,l’anatomopatologo Michele Varrioli dell’ospedale Maria Santissima Addolorata di Eboli, e il maresciallo dei carabinieri, Angelo Caputo, non sono presenti e la loro deposizione viene fissata per le 14 del 12 giugno.
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