‘Riattivazione’ parola maledetta per la Sicignano-Lagonegro
| di Rocco Della CorteLa ferrovia Sicignano-Lagonegro è un bene comune e come tale va salvaguardato. Questo il messaggio che si vuole estrapolare dalla mostra/conferenza “C’era una volta il treno” tenutasi a Padula il 29 Settembre 2012. Il concetto è alto, nobile, degno di nota ma soprattutto pone l’accento su una questione difficile da sbloccare in questo delicato momento della vita nazionale.
Ascoltando la voce dei presenti ci si accorge che è la nostalgia a spadroneggiare. “Io una volta per andare in Germania ho preso il treno da Lagonegro, quando sono tornato ho lasciato una valigia delle tre che avevo e per fortuna tornando a prenderka l’ho ritrovata integra”, ci dice un signore intento a guardare i documenti e le foto d’epoca della stazione di Lagonegro. “Si ricordano della ferrovia solo in campagna elettorale, ogni volta che ci sono le elezioni dicono che si batteranno per farla riaprire”, afferma una signora un po’ più realista e amareggiata. E non ha tutti i torti, perché a sentire la gente la linea del Vallo è il cavallo di battaglia dei signori politici soprattutto in tempo di voto. Ma i cittadini sono troppo intelligenti, dopo venticinque anni, per credere ancora alle promesse. “Non bisogna smettere di lottare” taglia corto un’altra valdianese ascoltata alla mostra.
In questo piacevole raccoglimento di spunti emerge dunque il modo in cui la questione è sentita, soprattutto da chi disabituandosi alla cultura del treno vede marcire la propria linea giorno dopo giorno. E’ a pochi metri in linea d’aria dalla certosa la stazione di Padula, esposta a ruggine, vandali e degrado. Alle 11.00 è la volta del prof. Francesco Viola, insegnante che si occupò insieme ad altri di uno dei due studi di fattibilità per la riattivazione. In modo molto oggettivo e professionale il docente dell’Università di Napoli ha presentato i rilevamenti fatti sul territorio proponendo i dati orientativi sui costi di riattivazione. Ma le potenzialità della Sicignano-Lagonegro e proprio il suo essere bene comune va al di là di ogni costo; questo perché finchè si continuerà a perseguire una mera logica aziendale, il servizio per il cittadino dovrà coincidere per forza con gli interessi dei grandi. E a furia di ragionare in questo modo ci si sta dimenticando di noi stessi, si sta sfasciando un’Italia dalle mille risorse.
Presenti anche i sindaci del Vallo e gli enti locali ad inizio manifestazione. La dottoressa Sessa ha sapientemente coordinato mostra e conferenza presentando anche i successivi appuntamenti che si concluderanno ad aprile 2013 con una tavola rotonda sul destino della sciagurata ferrovia. L’auspicio è che si smetta di chiacchierare e si colga l’occasione per passare ai fatti e compiere gli interventi minimi necessari al ripristino (posa di nuova massicciata e nuovi binari, armamento, rifacimento delle banchine, segnaletica, consolidamento di ponti e gallerie, barriere dei PL) per ridare un servizio ai cittadini e non dire più mestamente “C’era una volta il treno” ma orgogliosamente urlare “Il treno, al Vallo, c’è”.
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