Da Agropoli Lanavetro, il progetto musicale di Peppe Foresta: l’intervista
| di Giuseppe GalatoPeppe Foresta, in arte Lanavetro, da Agropoli.
È da poco uscito il suo EP d’esordio, “Marilù”.
Per l’occasione l’abbiamo intervistato.
D: Peppe Foresta, in arte Lanavetro: come nasce questo tuo pseudonimo?
R: All’inizio cercavo un ossimoro come nome del gruppo. Un giorno, nella mia vecchia saletta, l’agit box, notai che ero circondato da pannelli di lanavetro e pensai “Figo, però! Un nome formato da 2 materiali assolutamente diversi al tatto e alla vista”. Ecco perché Lanavetro.
D: È da poco uscito il tuo primo EP, “Marilù”: presentacelo a parole tue.
R: “Marilù” è un EP che inizia a prendere forma nel 2010 con il brano “Marilù (pt.1)”. È un disco per me molto intimo e sofferto, viene da un periodo non facile della mia vita, un periodo che mi ha portato a fare scelte difficili, però la musica, fedele compagna per la vita, mi è venuta incontro e ho iniziato a scrivere, cambiando anche genere tuffandomi in un “cantautorato” mai sperimentato prima, lavorando sui testi e sugli arrangiamenti cercando di creare un feeling tra musica e parole.
D: Nell’album si avvertono un sacco le influenze: a quali artisti o generi ti ispiri?
R: Sono cresciuto ascoltando i Beatles con mio padre. Lui, poi, musicista vecchia scuola, mi ha insegnato ad ascoltare tanta musica: rock, musica leggera italiana, funky. A 15 anni scoprii il blues, in particolare Stevie Ray Vaughan, e me ne sono innamorato, infatti mi esibisco in locali con un trio prettamente blues. A ciò accosto i miei ascolti rock “alternativi italiani” quali Afterhours, Verdena, Marlene Kuntz, i classici, insomma, e il cantautorato italiano “storico”, tipo Tenco, Endrigo, De Gregori, De André, e moderno, su tutti Cristina Donà e Roberto Dellera a cui mi sono ispirato in alcune cose, e poi Brunori Sas, che è davvero molto bravo.
D: La produzione dell’album è stata affidata a Daniele Amoresano, in arte Healthy God: cosa vi accomuna e com’è stato lavorare insieme?
R: Con Daniele siamo amici da una vita e, anche se siamo molto diversi musicalmente, sulla stesura dei brani e negli ascolti, credo che il rispetto e la stima che ci lega va al di là di tutto. Daniele mi ha dato poi una notevole mano sugli arrangiamenti e sui suoni. D’altronde avevo già lavorato con lui in alcuni brani del suo EP “Screw You All, I’m Healthy God” suonando delle parti di chitarra e posso dire che lavorare in studio con lui è molto divertente e produttivo. Lui è un vero professionista, roba che facevamo turni di registrazione dalle 18:00 alle 7:00 del mattino: da pazzi! Ma lo rifarei subito, amo registrare.
D: Dal vivo come sarà il tuo set? Avrai una band o proporrai i brani in veste acustica?
R: Beh, per quanto riguarda il set live ho due opzioni: una con la band formata da 4 musicisti più me, quindi tre chitarre, basso e batteria, dove farò tutti i brani elettrici dell’EP più pezzi nuovi e qualche cover, e l’altra formazione sarà formata da 2 chitarre acustiche e i brani saranno riprodotti in chiave soft.
D: Tu sei di Agropoli: com’è vivere e suonare o comunque fare arte nel Cilento?
R: Guarda, io credo che nel Cilento ci sia davvero tanta qualità a livello musicale. Faccio un nome su tutti, gli …A Toys Orchestra, che ovviamente portano il nome di Agropoli quindi del Cilento in tutta Italia, ma anche tanti gruppi emergenti oppure fotografi, pittori, poeti. Insomma, artisti di ogni genere con tutte le carte in regola per far bene. Il Cilento c’è e deve gridare per far sentire la sua voce.
D: Ad Agropoli stanno nascendo un sacco di realtà interessanti, penso ai Bean Soup e ai giovanissimi Kyla’s Tale, senza voler citare …A Toys Orchestra e Yes Daddy Yes: credi che si stiano creando i presupposti perché il mercato discografico si interessi alla nostra zona?
R: Lo spero, anche se a me non interessa tanto in questo momento il mercato discografico. Mi piacerebbe suonare tanto su e giù per l’Italia, portare le mie canzoni fuori dalla Campania e ascoltare il parere della gente, farmi conoscere anche fuori.
D: Progetti attuali e futuri?
R: Sto già scrivendo pezzi nuovi per un disco futuro e sto cercando qualcuno che, come ho detto nella risposta alla domanda precedente, mi dia la possibilità di suonare tanto e di farmi conoscere.
D: Vuoi aggiungere qualcosa? Del tipo “fatti una domanda e risponditi da solo”.
R: Ho scelto la cover dei Beatles “While my guitar gently weeps” perché sono un appassionato della chitarra in generale e, visto che quello è un pezzo molto chitarristico caratterizzato dall’indimenticabile solo di Eric Clapton, uno dei miei idoli, non potevo scegliere tributo migliore alla mia passione per la chitarra e per un’artista che ha fatto la storia della chitarra e del blues elettrico moderno.
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