“Voglio Morire Giovane”: intervista a Garbo

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“Voglio Morire Giovane”: intervista a Garbo

Erano gli anni ’80 quando Garbo esordiva e già da subito veniva notato da un personaggio come Franco Battiato che lo volle al suo fiano in tour.

L’1 agosto suonerà a Voci dal Sud di Sant’Arsenio poco prima della performance dei Subsonica.

Ad accompagnare Garbo sul Djb Stage, in apertura del live, un suo compagno di etichetta (la Discipline, fondata dallo stesso Garbo): Luca Urbani dei Soerba, che presenterà il suo nuovo lavoro in studio, “Catodico Praticante”.

Abbiamo fatto qualche domanda a Garbo per ripercorrere insieme la sua carriera trentennale dagli esordi alla sua prossima tappa nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

D: Suonerai a Voci dal Sud prima dei Subsonica: ti piacciono loro e quali altre band attuali ascolta Garbo?
R: Beh! Oltre che apprezzarli per il loro suono così legato alla ricerca, ho avuto modo di collaborare con Davide “Boosta” in un paio di occasioni. Per quanto riguarda il resto del panorama italiano, ho incontrato e avuto modo di lavorare con gruppi e artisti appartenenti a un’area più alternativa rispetto ad una Italia musicalmente tradizionale: Delta V, Bluvertigo, Krisma e tanti altri che ovviamente ho apprezzato.

D: Cosa si deve aspettare il pubblico da un concerto di Garbo?
R: Per chi mi conosce, naturalmente la sintesi del percorso di questi ultimi trent’anni, cioè da “A Berlino… Va Bene” fino al ”L’Altra Zona”, con momenti di riflessione, d’ironia e sorrisi. Per chi non mi conosce le stesse cose, ma con qualche scoperta in più.

D: Sei in giro dagli anni ’80: descrivici ogni decade che hai vissuto.
R: Premetto che ogni aggettivo riguarda la visione che ho di quei decenni osservando la collettività:

’80 – creatività e decadenza

’90 – transizione e dubbio

2000 – vuoto e disorientamento

2011 – globalizzazione priva di comprensione verso gli altri e le loro culture, ma soprattutto con sempre meno cultura… in una parola: caos!

D: Negli anni ’80 cantavi la nevrosi e l’indifferenza di quel periodo: è cambiato qualcosa da allora?
R: In parte ti ho risposto nella precedente domanda, ma comunque sottolineo la perdita progressiva di valori umani e sociali indispensabili all’aggregazione, alla comprensione e più in generale (come vorrei ribadire) alla cultura.

D: Un tuo traguardo importante, proprio agli inizi della tua carriera, fu accompagnare Franco Battiato in tour: fu una sorpresa per te essere notato così subito da un personaggio come Battiato?
R: Più che un traguardo fu un importante punto di partenza e più che una sorpresa fu di certo un grande onore. Credo infatti che in comune avevamo il desiderio di occuparci di musica e di un linguaggio che meno avesse a che fare con l’omologazione nazional-popolare.

D: Quali sono stati gli altri momenti importanti della carriera di Garbo?
R: Quasi scontato dirti che per me lo sono stati un po’ tutti, una quindicina di album, più di un Sanremo, televisioni, radio, collaborazioni varie e svariate, molti concerti… ecco forse la cosa più importante e bella è incontrare suonando tanta gente che mi dimostra sia affetto che stima, apprezzando me e il mio percorso artistico…

D: Parliamo di contraddizione…
R: Mio Dio! Sarebbe un discorso troppo lungo e complesso da sviluppare… posso solo dirti che ho l’impressione che tutti noi viviamo continuamente tra le contraddizioni e ti dirò di più: l’artista, proprio perché tale, dovrebbe attraverso il suo operato, essere lo specchio delle contraddizioni…

D: Cos’è il Nevroromanticismo?
R: Una simpatica riunione di artisti provenienti da varie discipline – musica e letteratura soprattutto – che si sono ritrovati a condividere le stesse attitudini culturali e artistiche.

D: Hai anche fondato un’etichetta, la Discipline: come vengono scelti gli artisti che produci?
R: Io e i miei soci scegliamo di produrre progetti e artisti che riteniamo interessanti, coinvolgenti e in linea con i nostri intenti musicali e artistici. In poche parole, pubblichiamo ciò che ci piace!

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