Appalti a San Mauro Cilento: sindaco, vice e funzionari arrestati
| di Marianna ValloneDue anni di indagini e una macchina amministrativa stravolta. Il sindaco di San Mauro Cilento, Carlo Pisacane, il vicesindaco Fernando Marrocco, insieme ad altri sei tra funzionari e pubblici amministratori del Comune di San Mauro Cilento, oltre a un imprenditore del salernitano, sono finiti agli arresti domiciliari perché ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di concussione, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falso ideologico in atto pubblico.
Il blitz è avvenuto all’alba e i dettagli sono stati resi noti alle 10:30 nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il procuratore della Repubblica del Tribunale di Lagonegro Antonio Ricci, il sostituto procuratore Paolo Itri, il colonnello Antonino Neosi del Comando provinciale di Salerno, il comandante della compagnia di Vallo della Lucania, Mennato Malgieri e il comandante della stazione di Pollica, Lorenzo Brogna.
Ad operare sono stati i carabinieri della stazione di Pollica, guidata dal maresciallo Lorenzo Brogna, supportati dalla compagnia di Vallo della Lucania, coordinata dal capitano Mennato Malgieri e dai militari del Comando provinciale di Salerno. I militari hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Vallo della Lucania. Sono finiti ai domiciliari anche i due consiglieri comunali Fabrizio Cusatis e Pasqualino Volpe, l’assessore Angelo Di Maria, due funzionari comunali Franco Volpe e Angelo Cilento, il segretario comunale Claudio Auricchio e un imprenditore salernitano, titolare di una ditta di rifiuti, Alfonso Palmieri.
Le indagini sono partite nel gennaio del 2016 dalla denuncia di una donna, presidente di una cooperativa che aveva in affidamento il servizio trasporto degli alunni a scuola, secondo la quale sindaco e responsabile dell’ufficio tecnico, le avrebbero fatto pressioni per rinunciare al servizio di trasporto, a favore invece di un altro soggetto, di una ditta diversa a cui poi è stato affidato attraverso una procedura di affidamento diretto del servizio, ritenuta illecita.
Le intercettazioni e le indagini hanno portato i carabinieri a ricostruire i fatti e a confermare quanto detto dalla donna. Le indagini sono state estese anche ad altri settori, come quello del servizio raccolta rifiuti solidi urbani, ed hanno disvelato un quadro di gestione familiaristico clientelare della cosa pubblica da parte degli amministratori e funzionari, attraverso la presunta violazione delle norme giuridiche che governano la gestione degli appalti e l’assegnazione degli incarichi e dei pubblici servizi. Grave per la Procura vallese l’affidamento del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, da cui è emerso che sarebbe stato incaricato un imprenditore attraverso promesse e accordi con il sindaco e un consigliere.
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