4 novembre: a Roscigno gli studenti tengono vivo il senso della Patria
| di Marianna ValloneIl tricolore sventola dal balcone del municipio in piazza Silvio Resciniti, di fronte al monumento ai Caduti, mentre dal palazzo parte l’Inno nazionale. Il maltempo non ha fermato le celebrazioni commemorative del 4 Novembre a Roscigno e, sotto una pioggia battente, il sindaco Pino Palmieri, i carabinieri della stazione di Bellosguardo e l’associazione bersaglieri hanno omaggiato i caduti in guerra, uomini anche giovanissimi che hanno sacrificato la vita per gli ideali di patria e di attaccamento al dovere.
Protagonisti dei festeggiamenti dell’Unità d’Italia e delle Forze armate sono stati gli studenti dell’Istituto Omnicomprensivo di Roccadaspide, plesso di Roscigno: dai più piccoli della scuola dell’Infanzia agli alunni della scuola secondaria di 1° grado. Una mattinata intensa per il piccolo paese degli Alburni in cui la popolazione ha risposto con una buona partecipazione. I ragazzi hanno intonato con il flauto e la voce l’inno nazionale, accompagnati dal loro docente di musica, Antonio Maiorano ed uno degli alunni, Rocco Cono Resciniti, ha letto un articolo scritto nei giorni scorsi, dedicato alle celebrazioni del 4 novembre, nell’ambito del progetto “Scuola di Comunità”.
Ad assistere, oltre al sindaco Palmieri, anche il maresciallo dei carabinieri della stazione di Bellosguardo, Daniele Romano, don Antonio Romaniello, gli insegnanti dell’Istituto Omnicomprensivo del plesso di Roscigno, l’associazione Bersaglieri di Roscigno, i ragazzi del Servizio Civile e i tanti cittadini presenti.
«E’ una cerimonia che riguarda i giovani – ha detto il sindaco – Dobbiamo mantenere acceso il ricordo di chi si è sacrificato per noi. Dimentichiamo tante cose importanti, presi da tante cose, ma il 4 novembre è un giorno che non dobbiamo mai dimenticare. Dobbiamo partecipare con i nostri figli e i nostri nipoti per far capire qual è l’importanza di questa Italia che è stata fatta sul sangue di tante persone, che si sono sacrificati per darci la democrazia».
Don Antonio Romaniello, parroco di Roscigno, ha condiviso nel suo breve discorso una memoria di famiglia, raccontando l’esperienza del nonno che aveva combattuto la Seconda guerra mondiale: «Mio nonno diceva e che mi colpiva e che non condivideva le modalità di ciò che stava facendo ma era la Patria a chiederglielo, diceva, e lui faceva quello», ha concluso.
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