A 40 anni dalla morte, Torre Orsaia ricorda il carabiniere brigadiere Carmine Tripodi

Questa mattina, a Castel Ruggero, la comunità di Torre Orsaia si è raccolta in un momento di profonda commozione per onorare il sacrificio del Brigadiere dei Carabinieri Carmine Tripodi, assassinato brutalmente dalla ’ndrangheta il 6 febbraio 1985 a San Luca, mentre faceva rientro a casa.

A quarant’anni da quel vile agguato, le autorità civili e militari, assieme ai cittadini, hanno reso omaggio a un uomo che ha fatto della giustizia la sua missione. Il suo coraggio e la sua incrollabile dedizione al dovere gli valsero la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

La cerimonia ha avuto il suo momento più solenne con la deposizione di una corona di fiori sulla tomba del Brigadiere. A seguire, la funzione religiosa celebrata dal Vescovo diocesano, Monsignor Antonio De Luca, nella parrocchia di Sant’Antonio di Padova ha rafforzato il senso di raccoglimento e memoria. Un momento toccante è stato la lettura della poesia scritta dagli studenti dell’Istituto Omnicomprensivo di Torre Orsaia, un componimento che con parole semplici e sincere ha saputo racchiudere l’essenza di Carmine Tripodi: “Carmine Tripodi, faro di giustizia, nel cuore della Campania, tra colline e mare si leva il nome di Carmine, un faro da onorare…”

Versi che hanno scosso le coscienze, ricordando che la lotta per la legalità passa anche attraverso la memoria e l’educazione delle nuove generazioni. Alla commemorazione hanno preso parte il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Salerno, Colonnello Filippo Melchiorre, il Sindaco di Torre Orsaia, Dottor Pietro Vicino, e Pasquale Tripodi, fratello del brigadiere.

Nel tempo, il sacrificio di Carmine Tripodi è stato onorato non solo con cerimonie e parole, ma con gesti concreti: a lui sono state intitolate le Stazioni Carabinieri di Torre Orsaia e San Luca, simbolo di un impegno che non si spegne, ma si rinnova ogni giorno nella missione di chi indossa la divisa.