A Caselle in Pittari la presentazione del progetto «BGCip – la biblioteca del grano»
| di Redazione
Il 28 marzo, Terra di Resilienza Cooperativa presenta il progetto BGCip – la biblioteca del grano.
La presentazione si terrà nel suggestivo centro storico di Caselle in Pittari. L’evento offrirà un percorso coinvolgente tra le vie del paese, dove sarà possibile scoprire storie, luoghi e racconti legati al grano, dalle prime varietà domesticate fino alle pratiche moderne. L’appuntamento è fissato per le ore 17:00 in piazza Olmo, con una degustazione di prodotti da forno locali per arricchire l’esperienza.

La biblioteca del grano, BGCip, è nel cuore del borgo dove sono state seminate 120 varietà di frumento nelle aiuole e tra gli angoli più caratteristici del paese. Il percorso, articolato in tre tappe, comprende:
L’anello d’Indipendenza
A casa, cielo, terra. Lungo tutto il corso di via Indipendenza (lato Forgia – lato Nord), che percorre un giro a 360 gradi intorno il paese, sono stati seminati i “progenitori” e i “parentali” del grano duro (triticum durum) e del grano tenero (triticum aestivum). Dal monococco (diploide), il progenitore, il piccolo farro, l’unico a nascere allo stato selvatico nella mezzaluna fertile (poi domesticato e reso fondativo per la nascita delle civiltà agricole), al farro dicocco (tetraploide), al farro spelta (esaploide), un racconto visibile nel percorso evolutivo genetico, storico e culturale del frumento. Ai farri, che rappresentano la storia evolutiva del grano, sono state accompagnate le semine di Segale (Iurmanu), Paleocolghicum (tetraploide), Macha (esaploide) Orzi distici e triticale, andando a completare il campo dei “parentali” nel mondo dei cereali e per tenere attenzione al racconto legato a queste piante anche a livello popolare e nell’attualità. Lungo questa linea a carattere evolutivo, la progressione delle semine ha riguardato sempre lungo via Indipendenza (lato Palazzo Mardedda – lato sud est), la messa a dimora dei tetraploidi (durum, turanicum, turgidum, …), con una cospicua composizione di varietà seminate lungo il muro di cinta dell’ex palazzo marchesale, fino a raggiungere salita Santa Lucia e le prossimità dell’ex frantoio Orlando. Queste varietà, rappresentano un importante salto nel percorso evolutivo sia del grano, ma anche delle nostre civiltà, in quanto rappresentano il primo grano a chicchi nudi (i farri restano vestiti della glumella) venuti fuori dalla progressione genetica e dalla “pressione” degli esseri umani. Oggi famosi per la produzione di Semole, queste varietà provenienti da tutto il mondo, raccontano storie lunghe millenni e rappresentano un grande patrimonio di biodiversità colturale e culturale.

L’a-scesa al Castello
Le vie di mezzo, le vie di incontro, le vie di ieri e le vie di domani. C’è un secondo anello che caratterizza il centro storico di Caselle in Pittari e che si sovrappone a quello di via Indipendenza, ed è quello che inizia dal Chiazzile, e si sviluppa lungo via Carlo Pisacane da un lato e via salita Chiesa dall’altro. Percorrendo questo anello dal lato di Via Carlo Pisacane (posta vecchia), si può risalire poi da uno slargo di aiuole e rocce naturali che si trova di lì a poco, fino a raggiungere la sommità del paese e la torre medioevale. Questo slargo, grazie alla disponibilità di tanti anfratti adatti alla semina, è diventato anche un luogo-metafora della “a-scesa” del grano nella storia dei frumenti degli ultimi 100 anni. La scienza irrompe
nelle produzioni di nuove sementi attraverso l’ibridazione e nuove varietà sostituiscono quelle che si erano evolute e conservate a livello locale. Le temperie storico culturali fanno il paio con le nuove necessità “tecniche”, ed il grano, diventa prima emblema di una certa narrazione politica e poi nei decenni, in un mondo sempre più globalizzato, una qualsiasi merce di scambio dove l’industria chimico farmaceutica, l’industria agraria e quella delle sementi, la fanno da padrone in ogni territorio e in ogni mensa. Dagli inizi del novecento attraverso la riduzione della taglia (altezze) delle piante (ibridazione) e l’incremento della produttività anche grazie all’ausilio dei concimi, fino alle prime varietà a mutagenesi indotta con radiazioni gamma degli anni 70 del novecento. Negli anni a seguire, si realizza lo sviluppo sempre di nuove varietà, sempre di più con caratteristiche in assonanza con i bisogni delle industrie alimentari (proteine, indice di giallo, ecc.), con caratteristiche (insensibilità al fotoperiodo) per svilupparne la coltivazione negli areali di produzione freddi, unitamente al miglioramento genetico classico per resistenze a malattie oppure per capacità produttiva.

Sopra l’Aria
Dentro, fuori, sotto, sopra. Dopo il transito d’a-scesa, si raggiunge la sommità del castello e si compie il racconto della biblioteca del grano con una cospicua collezione di grano tenero. Dapprima, a circonferenza lungo il perimetro della torre, sono state seminate le due varietà più rappresentative del paese, ovvero la Ianculidda (appena iscritta al repertorio regionale delle varietà da conservazione con il nome di IANCULIDDA di CASELLE IN PITTARI) e la Russulidda (varietà in recupero parcellare e da iscrivere al repertorio regionale) in rappresentanza non solo della memoria orale del “nostro” grano, ma anche nell’essere tornati a coltivarli per farne mensa e dinamica reale. Quindi 2 varietà di rappresentanza potremmo dire, che sono il frutto di un lavoro decennale e che si caratterizzano proprio per la “pressione” a cui in questi anni, nelle continue riproduzioni e selezioni, sono state sottoposte. Oltre Ianculidda e Russulidda, sotto il muro di terrazzamento del castello, in una comoda aiuola, sono state seminate 50 varietà di grano tenero a rappresentare tutto un percorso evolutivo e di biodiversità cerealicola proveniente principalmente dall’appennino italiano, ma anche da tutto il mediterraneo, dal continente
africano e da quello americano. Il grano tenero da cui si ottiene la farina, è anche l’emblema del grano
coltivato tradizionalmente a Caselle in Pittari. I grani teneri, rappresento nello sviluppo dei frumenti, gli ultimi genotipi ad essere comparsi nella complessa evoluzione genetica (esaploidi) e si caratterizzano con molteplici ed eterogenee caratteristiche morfologiche e fenotipiche. I grani teneri seminati in questa porzione di BGCip sopra l’aria, rappresentano anche un nuovo unicum sperimentale per assemblare popolazioni evolutive da seminare a tutto campo. Le popolazioni evolutive o “miscugli”, sono semine di campi entro i quali vengono messe tutte le varietà di grano tenero insieme. Adiacente alla torre medievale, sono state seminate alcune aiuole con la popolazione evolutiva Monte Frumentario (200 varietà di grano tenero coltivate insieme in campo).
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