Abusi all’asilo di Coperchia, due condanne e quattro assoluzioni
| di Redazione
Si è concluso con due condanne e quattro assoluzioni il processo di primo grado relativo ai presunti abusi nell’asilo di Coperchia, frazione del Comune di Pellezzano. La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Salerno, presieduto dal giudice Lucia Casale, al termine di un lungo procedimento giudiziario iniziato oltre 15 anni fa.
Il collaboratore scolastico A.A. è stato condannato a nove anni di reclusione, mentre L.A., anche lei in servizio come bidella presso l’istituto dell’infanzia all’epoca dei fatti, ha ricevuto una condanna a sette anni. Per entrambi le accuse principali riguardano episodi di violenza sessuale ai danni di minori. Nei confronti di A.A. è caduta l’imputazione relativa alla pedopornografia.
Sono stati invece assolti gli altri quattro imputati: due addetti alle pulizie, un impiegato amministrativo e un’insegnante, tutti operanti all’interno dello stesso plesso scolastico. Il collegio difensivo era composto, tra gli altri, dagli avvocati Michele Sarno, Roberto Lanzi e Giovanni Di Filippo.
L’inchiesta, condotta dalla Procura di Salerno e coordinata dal pubblico ministero Maria Cristina Giusti, aveva preso avvio tra il 2008 e il 2009. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbero stati coinvolti 17 bambini, vittime di atti sessuali e minacce. Alcuni episodi, come emerso dalle indagini, sarebbero stati mascherati da giochi apparentemente innocui, ma che avrebbero avuto connotazioni sessuali. I minori, inoltre, sarebbero stati costretti a mantenere il silenzio con l’intimidazione di ritorsioni nei confronti dei familiari.
Nel 2015, al termine di un’indagine durata diversi anni, venne formalizzata la chiusura dell’inchiesta. Nel febbraio del 2016, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno dispose il rinvio a giudizio per sei persone, con accuse che spaziavano dalla violenza sessuale di gruppo alla pedopornografia.
Le famiglie delle presunte vittime si sono costituite parte civile nel procedimento. Ora, dopo la sentenza, si attende il deposito delle motivazioni entro i prossimi 30 giorni. Si tratta del primo grado di giudizio in una vicenda che ha profondamente scosso la comunità locale e che potrebbe proseguire nei successivi livelli processuali.
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