Accoglienza immigrati, scoppia la polemica. Don Gianni all’amministrazione: «Razzisti». Il sindaco: «Struttura non idonea»
| di Marianna ValloneE’ polemica in paese, ad Ispani, per la notizia che la diocesi di Teggiano Policastro abbia messo a disposizione un proprio locale per accogliere una decina di immigrati. Non sono pochi gli abitanti di Ispani che non hanno gradito l’ingresso di extracomunitari. Al punto che l’amministrazione comunale, all’unanimità, il 4 aprile si è riunita in consiglio comunale per affrontare la situazione. «Nella delibera – spiega il sindaco Marilinda Martino – abbiamo sottolineato che la struttura che ospita i ragazzi non è idonea a farlo e che non siamo stati avvisati dalla Prefettura del loro arrivo. Mi chiedo come mai – continua il primo cittadino – era giusto avere il tempo e il modo di spiegarlo ai nostri cittadini». Parole dure invece dal parroco di Camerota, don Gianni Citro, che attraverso la pagina Facebook del Meeting del mare, grida «vergogna per il documento deliberato». «Gridiamo vergogna agli autori di quel vergognoso documento – scrive il parroco sul social – che manifesta spaventosi sentimenti di disprezzo e odio razziale, mascherati da rivendicazioni di pace sociale. Il problema? 8 giovani immigrati, accolti dalla Diocesi di Teggiano-Policastro e ospitati in una struttura, di sua proprietà, nella frazione S. Cristoforo del Comune di Ispani. Questi 8 disperati, salvati dal mare qualche giorno prima, sarebbero una minaccia alla pace degli abitanti del borgo. Porterebbero malattie e turbamento alla gente. Devono andare via immediatamente. Questo il contenuto vergognoso di quel documento contro il mondo, contro il Vangelo, contro la legittima aspirazione di tutti gli uomini della terra a cercare la pace (continua qui il post)».
«Non c’è niente di vergognoso, – si difende il sindaco, raggiunta dal Giornale del Cilento – anzi, ci dispiace per i ragazzi e lo abbiamo più volte detto in consiglio comunale, nonostante ci sia stata una petizione da parte dei cittadini». Quello che sottolinea la Martino è la non idoneità della struttura che era una abitazione, donata da un’anziana del posto alla Curia, che non avrebbe i requisiti per ospitare 8 immigrati. Una casa che sorge a San Cristoforo nel centro storico del paesino che conta meno di 200 abitanti. «Un bagno è senza luce, un altro è sotto una scala», dice il sindaco. «Il 4 aprile il Piano di zona s9 ci ha inviato una nota in cui ci chiedeva la disponibilità per fare entrare in una commissione il tecnico comunale – spiega – per valutare l’istanza fatta a marzo per il riconoscimento di questa struttura come comunità alloggio, cosa che ad oggi non risulta». «Non è nostra la vergogna – aggiunge il primo cittadino – la popolazione era contraria, noi vogliamo la sicurezza dei nostri cittadini e quella dei ragazzi che arrivano già da situazioni di grosse difficoltà. Se è una cosa fatta bene e ci sono i requisiti, bene, i cittadini possono anche non essere d’accordo. Ma il problema – dice ancora – è che a oggi la struttura ha l’autorizzazione come un’abitazione privata. Per la sicurezza loro e dei cittadini è giusto che questi giovani stiano in una struttura idonea». Poi conclude: «Perché non si sono preoccupati prima di riconoscerla come tale?».
©
©Riproduzione riservata