Affitti brevi, nuove regole: obbligatorio il codice identificativo nazionale. Multe per migliaia di euro
| di Luigi MartinoA partire dal 1° settembre, la normativa sugli affitti brevi entra in una nuova fase di controllo e regolamentazione in tutta Italia. Finisce il periodo di sperimentazione e il Codice Identificativo Nazionale (Cin) diventa obbligatorio per oltre 500mila locazioni brevi, imponendo regole più severe per la gestione degli affitti inferiori a 30 giorni.
Gli affitti brevi sono contratti di locazione che non superano i 30 giorni, per i quali finora non era previsto l’obbligo di registrazione. Con le nuove disposizioni, chi gestisce più di quattro immobili deve avere una partita Iva e presentare una Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). Il Cin, introdotto dall’articolo 13 ter del decreto legge n. 145 del 2023, dovrà essere richiesto al Ministero del Turismo e sarà obbligatorio indicarlo in tutti gli annunci di locazione breve o turistica.
Cos’è il Codice Identificativo Nazionale (Cin)?
Il Cin serve a censire e monitorare le unità immobiliari destinate agli affitti brevi o per finalità turistiche. È uno strumento pensato per contrastare l’abusivismo e garantire maggiore trasparenza nel settore. La mancanza di questo codice nei contratti di locazione può portare a sanzioni significative, con multe che arrivano fino a 8mila euro. Inoltre, le piattaforme di affitto online, come Airbnb e Booking, hanno accettato di rimuovere gli annunci privi del Cin, contribuendo così all’applicazione delle nuove regole.
Come ottenere il Cin?
I proprietari e i gestori di strutture ricettive devono richiedere il Cin attraverso la piattaforma BDSR, autenticandosi con Spid o carta di identità elettronica (Cie). Dopo aver completato la procedura guidata, il sistema invia una notifica via email per confermare l’avvenuta creazione del codice. Anche i cittadini possono accedere alla piattaforma per verificare la validità del Cin delle strutture in cui intendono soggiornare.
Per ottenere il Cin, gli immobili devono rispettare specifici requisiti di sicurezza, tra cui la presenza di rilevatori di gas combustibili, monossido di carbonio e estintori portatili. Gli immobili gestiti a livello imprenditoriale devono inoltre rispettare le normative statali e regionali sulla sicurezza degli impianti.
Sanzioni e verifiche
Le strutture avranno due mesi di tempo per adeguarsi alle nuove norme, dopodiché, da dicembre 2025, il sistema sanzionatorio entrerà pienamente in vigore. Oltre alle multe, le attività non in regola rischiano di essere temporaneamente oscurate dal web, in quanto le piattaforme di turismo online hanno accettato di collaborare con le autorità. Già in corso le verifiche da parte della Corte dei Conti, che utilizza i dati del sistema “Alloggiati Web” del Ministero dell’Interno per identificare potenziali irregolarità.
La stretta sugli affitti brevi segna un passo importante nella lotta contro l’abusivismo nel settore turistico, garantendo maggiore trasparenza e sicurezza per i turisti e tutelando gli operatori onesti.
©Riproduzione riservata