Vallo della Lucania, aggressione in Comune. Valiante: «Non ci sono controlli», Aloia replica: «Dichiarazioni farneticanti»
| di Marianna ValloneReplica dura, quella del sindaco di Vallo della Lucania Antonio Aloia, alle dichiarazioni del parlamentare Pd Simone Valiante all’indomani dell’aggressione avvenuta nel Comune della cittadina cilentana. Il 13 luglio il vicesegretario comunale Mario Ogliaruso è stato aggredito da un giovane appartenente al gruppo di etnia rom, che vive da anni a Vallo. Dopo l’episodio di violenza, scatenato dalla richiesta del giovane, negata dal Comune, di avere una casa popolare, Valiante ha inviato una interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno chiedendo anche, fra le altre cose, quali iniziative il ministro «intende assumere nei confronti del sindaco e della giunta comunale di Vallo della Lucania per garantire la sicurezza e l’incolumità del personale dipendente e dei cittadini che si recano presso gli uffici comunali». Leggi qui l’articolo per approfondire
Ma il sindaco Aloia non ci sta e replica a Valiante sottolineando «un attacco ingiustificato all’amministrazione». Per il primo cittadino non si può accostare l’episodio del 13 luglio alla vicenda dell’elettore che ha fotografato in cabina se stesso con una scheda elettorale. Dice Aloia: «Non ci sono emergenze razziali a Vallo della Lucania, o conflitti sociali o etnici in atto, o eventi malavitosi che richiedano addirittura l’intervento del prefetto». E aggiunge che invece avrebbe potuto «fare una visita in Comune e chiedere informazioni al sindaco e al diretto interessato che lo avrebbero messo meglio al corrente di come siano andate le cose» anziché «fare le voci di paese e una testata giornalistica impegnata nella raccolta di scoop passeggeri. Ma ovviamente, non è questo il ‘Valiante Style’», riferendosi all’articolo apparso sulla nostra testata. Di seguito la risposta integrale
La Città che ho l’onore di rappresentare è profondamente offesa per quanto è stato dichiarato da Costui. Di fronte a tale aggressione non si può più tacere. Non si può tacere di fronte a tali e tante imprecisioni, propinate da chi non ha neanche l’umiltà di documentarsi prima di esprimere un proprio giudizio. Ma è risaputo che l’umiltà è una nota caratteristica che non appartiene al nostro amico. Veniamo ai fatti.
Nei giorni scorsi, l’On. Simone Valiante ha commentato sulle pagine di “Facebook”, con dichiarazioni farneticanti e confuse, la notizia apparsa sui quotidiani locali relativa a quanto accaduto negli Uffici del Settore Affari Generali e Sociali del Municipio di Vallo della Lucania, dove una persona già seguita dai servizi sociali ha distrutto alcune suppellettili ed aggredito il Responsabile, provocandogli lesioni per fortuna non gravi. Grave è invece il tono del commento dell’esponente politico, che accosta tale increscioso fatto di cronaca alla vicenda di un incauto elettore che intendeva fotografare in cabina sé stesso e la scheda elettorale, episodio avvenuto il giorno delle recenti votazioni per il Consiglio Comunale, rispetto al quale l’Amministrazione Comunale di Vallo della Lucania è totalmente estranea. Non conosco l’elettore che ha fotografato la propria scheda elettorale in cabina, né i suoi orientamenti politici. Di certo, la sua infrazione è stata prontamente scoperta e sarà perseguita nelle sedi competenti. Sembra peraltro (la fonte proviene da testimoni e rappresentanti di lista presenti nel seggio in quel momento) che la scheda non recasse voti e preferenze a favore di esponenti della Lista “Vallo al Centro”, che mi aveva come candidato Sindaco. In ogni caso, sono due episodi completamente diversi e slegati tra loro. Solo una mente contorta potrebbe trovarvi delle analogie o dei punti di contatto. Quindi, a cosa mira quest’accostamento? Vorrà spiegarlo l’Onorevole Deputato, perché ci sia garantito il diritto di difesa di fronte a simili mistificanti insinuazioni. Non pago di questo infelice accostamento, Egli ha sentito il dovere addirittura di presentare al Ministro dell’Interno una interrogazione parlamentare a risposta in Commissione. Accostando la nostra Città al novero di quelle governate dal malaffare, in balia della delinquenza e, per questo, poco o niente sicure.
VALLO È OFFESA. VALLO NON MERITA QUESTO. Non si può abusare così delle Istituzioni! Penso che al Ministro degli Interni ed al Parlamento non possano interessare tali vicende, che nulla hanno a che fare con il bisogno di sicurezza di una comunità tranquilla e operosa, se non per chi voglia profittarne per una bieca strumentalizzazione. Che grande senso dello Stato, che grande responsabilità istituzionale ha rivelato il “Nostro Onorevole”! Siamo alla follia pura! Nel frattempo, abbiamo constatato che il Suo post su Facebook ha riscosso una ventina di “mi piace”, per lo più da suoi fidi scudieri, e solo 3 – 4 commenti.
Dunque, non ha conseguito un risultato degno di affermazioni così forti e insinuanti, provenienti per giunta da una fonte così “autorevole”.
Tra i commenti, tuttavia, ve n’è qualcuno che fa piacere citare e fare proprio, come quello in cui si invita l’Onorevole “… a presentare interrogazioni parlamentari per problemi ben più gravi che interessano la comunità cilentana …”, ricevendo dal Nostro la seguente risposta: “… se ci sono fatti che mi vengono segnalati intervengo comunque nell’ambito delle mie competenze …”.
Sorprende la sua risposta, se si considera che è Lui stesso, nel testo dell’interrogazione, a dichiarare di aver appreso la notizia in data 13 luglio 2016 tramite il sito internet de “Il Giornale del Cilento”, testata che già altre volte ha manifestato un “imparziale” sostegno a questa Amministrazione; evidentemente il “Deputato a Fare” trae da tale “fonte” la sua ispirazione, le informazioni e le sollecitazioni per i suoi interventi. … Da essa, tra l’altro, Egli non ha mancato di desumere e sottolineare, Lui solo sa per quale motivo, anche l’etnia dell’aggressore; origine razziale del tutto irrilevante che non aggiunge e non toglie nulla alla gravità dell’episodio commentato.
Non ci sono emergenze razziali a Vallo della Lucania, non si registrano conflitti sociali o etnici in atto, non si registrano eventi malavitosi che richiedano addirittura di intervenire con Ordinanze Contingibili ed Urgenti e di sentire il parere del Prefetto, ai sensi di un articolo di legge (il 54 del Tuel) citato a sproposito. Non si tratta di placare, almeno al momento, che so io, sommosse a mano armata o risolvere emergenze sanitarie o prevenire calamità naturali che minacciano la pubblica e privata incolumità.
Un solo uomo, una persona umana, un cittadino che ha sbagliato, ma non per questo etichettabile secondo le sue origini razziali, si è recato nel luogo, l’ufficio dei servizi sociali del Comune, dove gli addetti sono tenuti ad ascoltare, e se possibile, risolvere situazioni di disagio personale e familiare, nell’orario pomeridiano di apertura al pubblico di un ordinario martedì in mezzo alla settimana lavorativa, dove e quando chiunque vi può accedere.
Qui stava per essere servito, nel limite del possibile e del lecito, nel rispetto dei tempi amministrativi, ma invece di attendere ha manifestato tutto il suo disagio, in un’esplosione d’ira, con una condotta deplorevole ed ingiustificata, già all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria competente, che si spera adotterà opportuni e tempestivi provvedimenti. Il Comune, nella mia persona ed in quella dei miei collaboratori, ha già espresso la propria vicinanza ed il pieno sostegno al funzionario rimasto vittima di tale vile comportamento e lo formalizzerà nelle sedi competenti, anche sotto forma di costituzione di parte civile nell’instaurando procedimento penale a carico dell’aggressore.
Il disagio che ha mosso quest’ultimo nella maniera più sbagliata, viene attentamente studiato dall’amministrazione, che da tempo, pur con gli scarsi fondi e strumenti giuridici a disposizione, attua interventi mirati per lenire le situazioni più difficili, attraverso politiche di inclusione sociale, forme di assistenza più disparate, mezzi di contrasto alla povertà e strumenti di avviamento al lavoro, nella forma dei voucher e delle borse lavoro. In conclusione, con molta franchezza come sono abituato a fare senza mezzi termini, mi stupisce davvero leggere una simile interrogazione parlamentare al Ministro per conoscere gli eventuali impegni assunti dall’Amministrazione Comunale (?) nei confronti dell’aggressore. Ancora spudorate insinuazioni, vili maldicenze, squallide, ridicole, prive di senso! Quanto ai provvedimenti a protezione dei Dipendenti e dei Cittadini, questa Amministrazione ha già in parte attuato e in parte programmato interventi adeguati a dare a tutti l’aspettativa di sicurezza necessaria.
Basti pensare all’impianto di videosorveglianza in funzione da quasi un anno che “attenziona” tutti i punti più sensibili della Città e consente di controllare ciò che avviene nelle aree pubbliche, nell’interesse generale, a beneficio delle forze dell’ordine che se ne avvalgono costantemente. Da qualche mese sono in funzione due porte scorrevoli all’ingresso del Comune che possono essere bloccate per fare da filtro agli accessi di malintenzionati e persone prive di appuntamento. Stiamo lavorando ad un progetto che sarà a breve presentato per creare un accesso “controllato” ai piani superiori del Palazzo di Città. Manca ancora qualche dettaglio organizzativo e poi si potrà partire. Ma non vogliamo militarizzare il Comune, che è la Casa di tutti i Cittadini! Non amministriamo una comunità di malavitosi! Vallo è una Città di donne e uomini che affrontano onestamente le difficoltà della vita, di famiglie perbene, di giovani in cerca del loro futuro, una Comunità unita intorno ai valori fondanti della società civile.
A questo punto, non ci si dovrebbe chiedere perché un Cittadino possa entrare liberamente negli uffici pubblici e avvertire l’esigenza di recarsi da un funzionario pubblico a chiedere se potrà beneficiare di una casa popolare. Dove avrebbe dovuto recarsi costui per trovare risposta ai suoi bisogni?
Forse nella sede del “Deputato a Fare”, in via Stefano Passero? La domanda giusta è: perché un Parlamentare della Repubblica italiana si sente in dovere di entrare, a gamba tesa, su una singola vicenda locale con l’evidente strumentalizzazione di un episodio che parla semmai di disagio economico unito a mancanza di senso civico?. Purtroppo, in questo difficile momento storico che stiamo vivendo, quanto è accaduto nei nostri uffici dei Servizi Sociali, è quanto accade nella maggioranza dei comuni italiani. La crisi economica che sta investendo l’Italia ha delle ripercussioni rilevanti e drammatiche anche nel territorio cilentano. Qui, la crisi va a riversarsi su una struttura economica e sociale già debole, fragile ed arretrata in partenza, dove la disoccupazione e il mancato sviluppo economico sono diventate strutturali, ostacoli di sistema. Questa situazione produce una serie di negative conseguenze sull’ intera struttura sociale del Cilento. Le più serie sono certamente lo spopolamento dei piccoli centri dell’entroterra e l’ aumento di situazioni di reale povertà, con inevitabili ricadute sulle condizioni di disagio sociale dei soggetti coinvolti.
Sono questi i problemi reali che quotidianamente ci troviamo ad affrontare nella Casa Comunale. Lo facciamo con l’amore e la passione che accompagnano la nostra azione politica da sempre, lo facciamo con l’amarezza di non riuscire talvolta a dare una risposta compiuta ai numerosi problemi che affliggono i nostri cittadini, le nostre famiglie. Ma questa è un’altra storia: è la storia quotidiana di amministratori e di funzionari cilentani, che si sono rimboccati le maniche e, con sacrificio e con coraggio, affrontano le nuove sfide di questa nostra epoca. Purtroppo, debbo constatare che anche questa nota caratteristica non appartiene al “Nostro” Onorevole. Suppongo siano queste cose, a partire da un attento esame delle ragioni del disagio economico e sociale, per finire a temi come la disaffezione per la Politica, la crisi strisciante, la mancanza di lavoro soprattutto nelle fasce giovanili, la carenza di collegamenti efficienti tra il centro e la periferia, la viabilità disastrata, l’isolamento della sua terra, e il conseguente spopolamento delle aree interne, le cose che dovrebbero stare a cuore all’Onorevole Valiante e sui cui ci si dovrebbe aspettare tutto il suo impegno. Ma mi rendo conto che chiedere a Costui tutto ciò è troppo: è più facile la politica ciarlatana, che quella dell’assunzione di responsabilità e del duro lavoro. Questa è l’amara verità che emerge alla fine di queste considerazioni.
Da un Deputato del Parlamento della Repubblica Italiana, di fronte a fatti come quello capitato martedì 13 luglio scorso ci si sarebbe potuto aspettare un interessamento serio e responsabile, al di là di come sono andate le elezioni comunali del 5 giugno, che indubbiamente sono state per Lui un’esperienza bruciante. Una visita in Comune a chiedere informazioni al Sindaco e al diretto interessato lo avrebbero messo meglio al corrente di come siano andate le cose di quanto non abbiano potuto fare le voci di paese e una testata giornalistica impegnata nella raccolta di scoop passeggeri.
Ma ovviamente, non è questo il “Valiante Style”. Lui, il Deputato a Fare, ha i suoi informatori e si fida solo di loro. Noi, invece abbiamo la fiducia “piena” della gente. Questo è quello che veramente conta di più. E’ questa fiducia che quotidianamente sostiene il Nostro Agire, rinvigorisce il nostro Cuore, rende reali i Nostri Sogni. Un’ultima considerazione è opportuna. L’On. Simone Valiante, continuando a farneticare nel suo post su Facebook ha, tra le altre cose, fatto capire che gli episodi commentati siano tra “ …. le ragioni com’é noto che mi hanno allontanato da un progetto amministrativo e di governo della città….”. Allontanato da cosa? Noi non l’abbiamo mai visto, quindi non capisco da cosa si sia allontanato. Dovremmo andare forse a qualche nota trasmissione televisiva per trovare le sue tracce. Ma di questo non mi meraviglio, è una caratteristica del Nostro Onorevole: essere sempre e costantemente assente dal nostro territorio, dai nostri problemi.
E poi mi chiedo, creare questo clima di tensione a chi serve? Ma soprattutto, a chi giova l’inatteso attivismo dell’Onorevole da un mese a questa parte contro l’Amministrazione di Vallo della Lucania? Certamente non alla nostra Amata Città, che periodicamente viene da Costui offesa, delegittimata del suo ruolo che, con enormi sacrifici, i Nostri Padri hanno saputo conquistare, con il duro lavoro, con un grande senso di responsabilità, con una lungimiranza senza pari. In un momento come quello che stiamo vivendo, a livello locale e nazionale, è necessaria trovare a tutti i costi coesione sociale e politica tra tutte le forze serie e responsabili. Questo non è il tempo delle polemiche e dei veleni, è il tempo per ricercare senza sosta ciò che ci unisce e non quello che ci divide; è il tempo per costruire le sinergie adeguate a rilanciare la più vasta Comunità Cilentana. Sono soprattutto gli uomini delle Istituzioni ad avere il dovere di unire le Comunità e non dividerle. Nella pace sociale, nell’unione di intenti, gli uomini realizzano i loro sogni, le Comunità proseguono nel loro cammino di Civiltà e Progresso. Questo seme di pace e di unità sto cercando di piantare insieme ai miei più validi collaboratori.
Non me lo impedirà chi non è capace di sognare e unire, ma solo di dividere e incitare i suoi settari seguaci all’odio ed al rancore.
©Riproduzione riservata