Al Museo Eleousa rivive la mascherata cosentinese con la ‘Ballata di Zeza’
| di RedazioneSi è celebrata giovedì 26 ottobre la Giornata Nazionale delle Tradizioni Popolari, e il Museo Eleousa di San Mauro Cilento ha ospitato, per l’occasione, la rappresentazione della “Ballata di Zeza”, tratta dal Carnevale tradizionale di Cosentini di Montecorice. La rappresentazione carnevalesca è stata recentemente ripresa grazie al lavoro di ricostruzione dell’Associazione Euphòria, che ha riproposto proprio quest’anno per la prima volta dopo decenni la mascherata cosentinese.
Una tradizione che rischiava di perdersi definitivamente con la fine delle generazioni che alla manifestazione avevano preso parte in gioventù. San Mauro Cilento vanta una tradizione carnevalesca tra le più antiche e meglio conservate del Cilento. “Le maschere della Canzone di Zeza sono presenti anche nella Maschkarata sanmaurese, mentre non abbiamo conservato il recitativo”, ha ricordato Osvaldo Marrocco, direttore del Museo Eleousa, spiegando l’importanza di confrontarsi con altre tradizioni locali.
Da parte sua, l’Associazione Euphòria ringrazia gli organizzatori della serata per questo importante momento di condivisione. “Euphòria considera motivo di grande arricchimento il confronto e la collaborazione con altre associazioni e tradizioni di altri paesi”, ribadisce Filomena Chiariello, presidente dell’Associazione, ricordando come la collaborazione con San Mauro duri sin dall’inizio dell’operazione di ricostruzione del Carnevale di Cosentini, e come il professor Marrocco stesso sia stato fonte di idee e spunti per l’evoluzione della manifestazione.
A mettere in scena la Ballata alcuni membri dell’Associazione Euphòria, due uomini e due donne, a interpretare, a parte invertite, i quattro protagonisti della scena: Pulcinella e sua moglie Zeza, la loro figlia Vicenzella e il di lei spasimante Zi’ Ron Nicola. La Zeza, infatti, racconta la storia di un matrimonio ostacolato, quello tra Vicenzella e Don Nicola, che il padre di lei non vuole accettare. Nella versione messa in scena a Cosentini la conclusione è lieta, con le nozze e i relativi festeggiamenti, celebrati con balli e canti che sono stati solo sommariamente accennati in questa occasione.
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