Alta velocità, Maldonato scrive a Draghi
| di Marianna ValloneL’avvocato Franco Maldonato ha scritto al presidente del Consiglio, Mario Draghi, sul progetto di RFI che prevede la realizzazione della linea ferroviaria dell’Alta velocità Salerno – Reggio Calabria, escludendo il Cilento e individuando invece negli Alburni e nel Vallo di Diano un territorio decisivo per il passaggio.
«L’opzione contrasta in maniera plateale con la scelta green che ha rivendicato a giusto titolo negli interventi parlamentari e nel corso della relativa discussione come specifica connotazione del Pnrr. Quella adottata prevede un inconsulto e irrazionale stravolgimento dell’ecosistema naturalistico-orografico del Massiccio degli Alburni, che, per ospitare la nuova linea sarà interessato da una attività di escavazione per gallerie pari a circa 18 milioni di metri cubi. – scrive il cassazionista e la ricercatrice di Diritto Penale, Lucia Maldonato – E’ previsto che la nuova linea penetri nel Vallo di Diano, che è una pianura interna di grande pregio naturalistico e storico-culturale. Un’altra galleria, infine è prevista nel tenimento del Comune di Montesano sulla Marcellana per penetrare in Basilicata e irragionevolmente scendere poi nuovamente verso il mare».
L’intervista
«Ma non può esser sottaciuto che l’opzione medesima contrasta pure con il principio della oculata allocazione delle risorse finanziarie, che ha sempre costituito ragione ispiratrice della sua attività istituzionale dapprima alla guida della Direzione Generale del Tesoro, poi di Bankitalia e infine della BCE. – aggiunge Maldonato – Se l’obiettivo dichiarato della nuova opera è quello di conseguire un risparmio di appena 30 minuti sull’intero sviluppo della linea Salerno-Reggio Calabria, non c’è dubbio che sul piano della valutazione squisitamente economica il risparmio non è comparabile: con il gravissimo danno all’ecosistema naturalistico-ambientale dell’area compresa tra gli Alburni e il Vallo di Diano, nel perimetro del Parco Nazionale; con gli obiettivi di decarbonizzazione, che sono alla base del Next Generation Eu, in relazione alla sicura emissione, nell’arco di tutto il prossimo decennio, di una maggiore quantità di anidride carbonica recuperabile forse soltanto dal XXII secolo».
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