Camerota: ennesimo abbandono di rifiuti pericolosi
| di Paolo AbbateVia Mingardina km 4,500
La via Mingardina, che divide i comuni di Camerota e Palinuro, e lo stesso greto del fiume, aree a protezione integrale del Parco nazionale, sono da tempo considerate discariche a cielo aperto di ogni sorta di rifiuti speciali e pericolosi per la salute e per l’ambiente.
Sulle piazzole e i viottoli che si aprono sulla Mingardina vengono infatti abbandonati materiali ferrosi e di risulta, elettrodomestici, copertoni d’auto, plastica, amianto e tant’altro che potrebbero essere portati alle isole ecologiche ormai disponibili in ogni comune del parco.
Più volte associazioni ecologiste hanno segnalato alle autorità competenti e all’Ente parco la situazione di inquinamento del territorio protetto, chiedendo la bonifica e, ciò che più importa, iniziative di prevenzione concordate. Ad esempio di predisporre foto camere a circuito chiuso nei punti più esposti, in modo da stroncare il ripetersi del fenomeno.
Purtroppo non si è visto ancora progetti al riguardo.
Senza queste iniziative di vigilanza e repressione di illeciti ambientali (ormai considerati penalmente perseguibili con il recente decreto) vengono vanificati e resi inutili i vari convegni sulla Biodiversità e l’importanza che essa riveste in un parco naturale.
Iniziative sempre più necessarie dopo la notizia di oggi del camion pieno di rifiuti speciali sequestrato a Orria. Sarà ipotizzabili a questo punto le notizie che circolano da tempo su rifiuti provenienti da Napoli, seppelliti in terreni di proprietari compiacenti della campagna cilentana?
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