Pannelli fotovoltaici: sono veramente un’alternativa energetica?
| di Paolo AbbateDiventano sempre più numerose le così dette “lenzuolate”, cioè distese di pannelli fotovoltaici, anche in zone protette.
Come questa nata da poco tempo su una dolce collina, tra i comuni di Roccagloriosa e Santa Marina, che si affaccia sul Golfo di Policastro.
Divorano ormai interi ettari, comprati spesso a poco prezzo, di campi, di prati, ottimi per piantagioni o pascoli, oppure di macchia mediterranea.
Nascono numerose – come d’altra parte le pale eoliche sui dorsali- sfruttando la legittima preoccupazione per i cambiamenti climatici provocati dall’aumento dell’anidride carbonica, e per il pericolo presentato dalle centrali nucleari.
Ma questi “campi solari” sono veramente l’unica alternativa del futuro per ottenere energia pulita, oppure rappresentano veri e propri business su cui speculano imprese che hanno fiutato il nuovo affare? Un caso emblematico di centrale solare è quella di Teggiano. Nata nel 2001 con cospicui contributi europei e gestita da un’impresa privata emiliana. Dopo sette anni di sfruttamento privato è stata lasciata in eredità al comune, priva però della metà dei pannelli solari trafugati nottetempo.
Almeno tre buone ragioni inducono a pensare che queste lenzuolate siano quasi inutili e incompatibili con la tutela del territorio: consumano territorio né più né meno che le colate di cemento, rappresentano un impatto pesante per il paesaggio, risorsa sicuramente da conservare, possono infine essere sostituite da tecnologie che prevedono la produzione in proprio di energia, quale ad esempio le coperture di “tegole fotovoltaiche” dei tetti delle abitazioni e dei capannoni. Soluzione questa che può sostituire tranquillamente una colata di pannelli su un’intera collina.
Ma in Italia dobbiamo essere sempre indietro di almeno cinquanta anni rispetto ad esempio della Germania che non solo ha fermato la costruzione di centrali nucleari, ma sta sostituendo proprio con queste tecnologie meno impattanti le grandi distese di campi di pannelli fotovoltaici che coprivano migliaia di ettari di territorio. E la Germania ha terreno libero in quantità molto superiore dell’Italia.
Queste scelte importanti per il paese si fanno con intervento governativo partendo da un nuovo Piano Energetico Nazionale – l’attuale è ormai vecchio di venti anni – che preveda anche come primo punto il risparmio energetico, la vera energia alternativa.
Gli sforzi, infatti, non devono puntare solamente su la necessità di queste fonti rinnovabili, su queste tecnologie efficaci, le quali possono spingere all’aumento dei consumi attraverso il cosiddetto effetto “rimbalzo”. Occorre innanzi tutto porre al centro l’esigenza di considerare la “decrescita” il nuovo modello da perseguire. Decrescita, naturalmente, vuol dire “lavorare, produrre, spendere e consumare meno rispetto al modello ultraconsumista”.
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