Rischio Tsunami nel Cilento. Marsili, il vulcano quasi dimenticato
| di Marianna Vallone
Un mensile cilentano apre il nuovo anno con un editoriale preoccupante ma opportuno.
Il direttore di Tempi Cilento, Filiberto Passannanti, ricorda, con un po’ di rammarico, che- nonostante gli allarmi lanciati dall’ INGV ( l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) il rischio di un’onda anomala sulle nostre coste non è preso in considerazione con la giusta prevenzione.
L’intento del direttore non è certo di creare allarmismo ma di riportare all’attualità un problema che sembra dimenticato, al fine di informare -e comunicare- a chi non sa o non vuol sapere.
Si ricorda che si sta parlando di un mostro gigante.. addormentato sì, ma attivo, che si trova nel Tirreno meridionale, a 150 km ad ovest della costa calabra.
E’ un vulcano sottomarino (il più grande d’Europa!) con fenomeni vulcanici tuttora attivi e sui cui fianchi si stanno creando numerosi apparati vulcanici satelliti che potrebbero creare notevoli danni alle nostre coste.
Più o meno un anno fa, la nave oceanografica del CNR ha iniziato degli studi sul vulcano sommerso e ha constatato che sulle pareti sono presenti delle pericolose frane e delle regioni costituite da rocce indebolite da fenomeni di alterazione idrotermale.
Questi studi hanno poi portato il sismologo Enzo Boschi a dichiarare che «un cedimento delle pareti muoverebbe milioni di metri cubi di materiale che sarebbe capace di generare un’onda di grande potenza che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia».
Insomma, il gigante sommerso potrebbe eruttare all’improvviso ma la cosa che preoccupa di più è che è difficile stabilirlo. Finora non sono state prese le giuste precauzioni, e le coste a rischio non sono ancora tutelate da interventi preventivi e di monitoraggio.
Le considerazioni del direttore (nell’editoriale del numero di gennaio 2011) trovano larga condivisione perché è sì, quasi impossibile monitorare un vulcano (per diversi e ovvi motivi, quali le tecnologie non ancora così precise da tenere sotto controllo un mostro di tali dimensioni) ma è assolutamente necessario avvicinare tutti al problema, sensibilizzare tutti gli abitanti delle coste interessate e ricordare a chi di dovere che un detto antico ma sempre attuale recita che “è meglio prevenire che curare!” e piccoli accorgimenti, quali programmi di educazione ambientale o piani di Protezione civile comunale, possono fare la differenza!
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