Angelo Vassallo e Peppino Cilento: due amici legati da qualcosa che andava oltre
| di Luigi MartinoUn legame indissolubile, fatto di mare e montagna, un’amicizia forgiata dal desiderio comune di innovare, proteggere e far prosperare il Cilento. Così si racconta il rapporto tra Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica noto per il suo impegno ambientale e sociale, e Giuseppe Cilento, il sindaco di San Mauro Cilento, promotore della valorizzazione agricola. Vassallo, vittima di un omicidio nel 2010, ha lasciato un segno indelebile che ancora oggi, a distanza di 14 anni, continua a vivere nelle parole e nei pensieri di chi gli è stato vicino.
Giuseppe Cilento, oggi 78enne, porta avanti il suo impegno nella Cooperativa agricola Nuovo Cilento, che egli stesso ha fondato, ma i ricordi dell’amico Angelo sono sempre presenti. “Penso spesso a lui,” racconta. “È difficile accettare che non ci sia più. Ha cambiato il volto di Pollica e del Cilento con la sua visione per l’ambiente e il turismo.”
Un momento emblematico della loro amicizia è immortalato in una foto del 2008, che Cilento conserva con affetto. L’immagine, scattata davanti alla casa di Anna Frank ad Amsterdam, li ritrae durante una delle loro visite di studio ai siti di compostaggio: “Giravamo spesso insieme, alla ricerca di tecnologie innovative. Angelo mi aiutò a ottenere fondi per un trinciamiscelatore, una macchina che ancora oggi produce compost di altissima qualità. Gliene sarò sempre grato.”
Non esiste un giorno preciso in cui Cilento e Vassallo si siano conosciuti; i loro comuni distano appena 8 chilometri. “Ci conoscevamo da sempre, anche grazie alla mia amicizia con i suoi fratelli, Claudio e Peppino, che hanno sostenuto la famiglia di Angelo dopo il suo omicidio.” Proprio Vassallo convinse Cilento a candidarsi a sindaco di San Mauro Cilento, un ruolo che Cilento ha ricoperto dal 2009 al 2014 e poi dal 2019 fino a poco tempo fa.
“Mai un litigio tra noi, solo un confronto civile,” ricorda Cilento. Eppure, negli ultimi mesi della sua vita, Vassallo appariva turbato, assente. L’estate del 2010 lo trovava spesso a girovagare di notte. “Mi diceva che, se avessi saputo qualcosa di pericoloso, avrei dovuto andare direttamente in Procura, senza coinvolgerlo.” Un ammonimento che oggi risuona inquietante.
L’ultima volta che Cilento sentì Vassallo fu pochi giorni prima del delitto. Dovevano partire insieme per Venezia, dove era prevista la proiezione del film “Noi credevamo” di Mario Martone, girato proprio nelle terre del Cilento. Vassallo però rinunciò per organizzare una manifestazione con Pino Aprile, a sostegno del Sud Italia. Quella decisione cambiò il corso degli eventi, e la tragica notizia arrivò nel cuore della notte: “Alle tre del mattino mi chiamò un amico comune, il professor Maiello, per dirmi dell’agguato. Rimasi sulla scena del crimine fino all’alba, paralizzato.”
A distanza di anni, il vuoto lasciato da Vassallo si fa ancora sentire. “Da quando se n’è andato, la mia vita è stata un incubo. Mi manca per molti motivi, anche politici. Ero un po’ il suo uomo-ombra, e ricostruire tutto senza di lui è stata una sfida.”
Il ricordo di Angelo Vassallo vive attraverso le azioni e le parole dei suoi amici e dei cittadini che, ispirati dalla sua visione, continuano a lavorare per il futuro del Cilento, un territorio che lui ha amato e difeso fino alla fine.
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